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16/06/2020
di Simone Freddi

Ad tech: le aziende ci credono ma serve più cultura

Si sono aperti i lavori di Programmatic Day 2020 con la presentazione dei risultati della ricerca YourSight e gli interventi dei protagonisti del settore

In un mercato pubblicitario che sta attraversando un momento inedito, inaspettato, e che dopo i mesi del lockdown sta cercando di capire come uscire dalla crisi del Covid-19, alcuni dei temi che hanno dominato gli ultimi anni (l’intelligenza artificiale, i social, i dati) sembrano lasciare lo spazio ad altre questioni ritenute più importanti. A dominare la fotografia del mercato italiano della comunicazione sono infatti oggi argomenti come la riflessione sui contenuti e la creatività, o la trasformazione digitale dei servizi e dei processi. E' questo quanto emerge da YourSight, la ricerca realizzata da Engage in collaborazione con la società specializzata Human Highway guidata dal Ceo Giacomo Fusina, i cui risultati sono stati presentati stamattina in apertura del Programmatic Day, l'evento italiano dedicato al mondo della pubblicità programmatica moderato da Simone Freddi e Alessandra al Rosa. Un’edizione del Programmatic Day, quella di quest’anno, totalmente inedita: tutta virtuale, grazie a una piattaforma dedicata in grado di “arricchire” la classica esperienza del meeting fisico con l’aggiunta di nuovi elementi di spettacolarizzazione e interattività. E proprio in collegamento virtuale, Giacomo Fusina ha commentato i risultati della ricerca, che ha indagato la visione del mercato digitale e dei suoi principali trend secondo chi, in quel mercato, ci lavora.

Programmatic: i punti di forza e come può migliorare

«La forza del Programmatic - ha detto Fusina, concentrandosi in particolare sull’indagine relativa all’ad tech - non cambia negli anni ed è sempre sintetizzata dalla capacità di indirizzare al target i messaggi più rilevanti. L’efficacia delle campagne condotte in Programmatic è segnalata con maggior decisione dagli operatori del versante dell’offerta mentre gli intermediari insistono sui dati, la personalizzazione e il controllo dell'erogazione». Nonostante l’aumento della cultura digitale all’interno delle aziende risulti come uno degli aspetti indicati con maggior forza dai risultati della ricerca, la scarsa informazione e conoscenza delle dinamiche e delle potenzialità del programmatic advertising risulta ancora, come già puntualmente negli ultimi tre anni, il maggiore inibitore allo sviluppo dell’ad tech in Italia, penalizzato anche da elementi quali la scarsa trasparenza e lo scarso controllo sulle inventory. E questo nonostante dall'indagine emerge come le competenze sul programmatic all'interno delle aziende continuino ad aumentare. «Quest'anno - ha aggiunto Fusina - aumenta anche la percezione di fastidio verso un sistema di gestione dei dati e della privacy troppo regolato e complicato». I trend del mercato digitale e programmatico sono poi stati commentati dagli operatori del settore, in un panel che ha visto la partecipazione di Cristian Coccia, Regional Vice President, Southern Europe and MENA di PubMatic, Giorgia Costa, Client Services Director Italy di Flashtalking, Stefano Guidi, Business Development Manager di Sublime, e Matteo Minet, Sales Coordinator di Viralize. Nel corso della tavola rotonda sono stati toccati temi come gli effetti del Covid sul mercato programmatico, l’evoluzione del mercato video, il concetto di creatività dinamiche, così come l’affacciarsi sul mercato di nuovi player, nuove soluzioni e nuove piattaforme.

Parlano i protagonisti dell'ad tech

Anche quest’anno il Programmatic Day è stata l’occasione per entrare nel dettaglio di alcune importanti questioni legate al comparto, raccontate dai protagonisti del settore. La prima carrellata di ospiti della mattinata si è aperta con Davide Corcione, Country Manager per l’Italia di Adform, che ha raccontato come il Programmatic possa darci delle risposte su come affrontare il complicato momento attuale con la giusta “peace of mind”. Nelle conversazioni degli operatori riemergono spesso diverse parole chiave, ma ce n’è una tra queste che sta acquisendo sempre più spazio, ed è “contesto”. Davanti alle sfide poste dalla brand safety, e dall’esigenza di ottimizzare gli investimenti massimizzando le performance, il contesto diventa un elemento sempre più tenuto in considerazione nelle strategie aziendali, come ci hanno mostrato nel loro intervento Giuseppe Vigorito, Sales Director per l'Italia di IAS, e Marco Potente, Head of Global Online Advertising di Enel. In un mercato che si scontra con l’esigenza di trovare nuovi modi di tracciare gli utenti per indirizzare e misurare le campagne pubblicitarie, con i cookie che presto non potranno essere più utilizzati su tutti i principali browser, il tema dell’identity diventa quanto mai importante. A portarlo sul palco “virtuale” del Programmatic Day è stata oggi Sara Buluggiu, MD Italy, Spain and MENA di Rubicon Project, offrendocene una prospettiva che guarda al presente ma che sposta l’attenzione anche verso il prossimo futuro. Sempre in tema di dati, ma con un accento su come modelli di data analysis avanzati possano migliorare le strategie di marketing, è stato l’intervento di Gaetano Polignano, Managing Director di Jellyfish.  Nella seconda parte della mattinata, spazio ai numeri sul Programmatic in Italia presentati da Andrea Lamperti, Direttore Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, ed a un’altra serie di approfondimenti sui temi caldi del comparto, dalla questione cookie all’affacciarsi di nuovi media nel mercato programmatico. Vi siete persi il Programmatic Day 2020? Non è grave: nelle prossime ore, tutti gli interventi dell'evento saranno resi disponibili attraverso i canali di Engage.it

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