07/07/2020

La spesa in pubblicità digitale crescerà del 2,4% nel 2020, il dato più basso di sempre

eMarketer aggiorna le sue stime sugli investimenti globali certificando un anno difficile per tutta l'industria, Google e Facebook inclusi

Anche eMarketer certifica con le sue rilevazioni che il 2020 sarà un anno difficile per l'industria pubblicitaria. Aggiornando le previsioni sugli investimenti globali in pubblicità digitale, la società di ricerca ha evidenziato innanzitutto che la crisi riguarderà tutti i mercati analizzati, eccetto la Cina, e che per la prima volta in assoluto i ricavi pubblicitari di Google caleranno a causa della sofferenza del segmento search. Per quanto riguarda il mercato pubblicitario nel complesso, secondo eMarketer quest'anno la spesa diminuirà del 4,9% in tutto il mondo, un calo significativo se paragonato alla crescita del 6,3% registrata nel 2019 e alle stime pre-pandemia che proiettavano un +7%. In valore assoluto, è atteso un fatturato globale di 614,73 miliardi di dollari, una somma penalizzata dai 76,99 miliardi di minori ricavi rispetto a quanto previsto. La spesa in pubblicità digitale crescerà invece del 2,4%, un risultato apparentemente positivo ma che in realtà è il più scarso di sempre: il comparto infatti non era mai cresciuto a cifra singola. Stando alle stime, i ricavi globali saranno di 332,84 miliardi di dollari, a cui mancano i 36,11 miliardi previsti dalla società nel periodo pre-pandemia. Come già accennato, il segmento della pubblicità search è stato danneggiato più del formato display. eMarketer prevede infatti che la spesa in search calerà del 0,2% quest'anno a 135,25 miliardi, mentre il valore degli annunci display crescerà del 5,3% a 179,39 miliardi di dollari. La recessione causata dalla crisi sanitaria non ha risparmiato quindi nemmeno Google e Facebook. Nel 2020 Big G subirà una perdita del 3,3% in ricavi pubblicitari, soprattutto a causa della diminuzione delle ricerche legate ai viaggi. Facebook crescerà del 5,9% grazie alla tenuta della display, tuttavia si tratta comunque di un calo significativo se confrontato con la crescita dei ricavi del 26,6% nel 2019.

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