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23/11/2022
di Alessandra La Rosa

Lo spreco di inventory pubblicitarie danneggia anche l’ambiente: lo conferma uno studio di Ebiquity

Secondo la ricerca, realizzata con Scope3, il 15% della spesa adv non solo non offre ROI ma contribuisce anche alle emissioni di carbonio

Photo by Arnaud Mesureur on Unsplash

Photo by Arnaud Mesureur on Unsplash

Circa il 15,3% della spesa pubblicitaria viene sprecata su inventory che non generano valore per il business e allo stesso tempo creano emissioni di C02. Lo rivela una ricerca di Ebiquity – player specializzato nell’analisi degli investimenti media - e Scope3 - società specializzata nella decarbonizzazione di media e pubblicità - che getta luce sul collegamento tra l’acquisto di spazi pubblicitari di qualità e la sostenibilità ambientale.

La ricerca ha analizzato più di 375 milioni di dollari di spesa adv, impiegati per l’acquiesto di 116 miliardi di impression pubblicitarie display da parte di 43 brand inserzionisti, ed è la prima in cui Scope3 rilascia dei riferimenti per l’industria a livello globale utilizzando i suoi dati di misurazione delle emissioni di carbonio, fornendo così alle aziende una base per comprendere e valutare le emissioni associate ai loro investimenti pubblicitari.

Le emissioni di carbonio dei siti, stando ai risultati dello studio, variano sensibilmente, con il tasso di C02PM (nuova metrica di misurazione che rappresenta i grammi di CO2 equivalente per 1000 impression) per sito che va da 55,2g a 4.782,8g, con una variazione di 87 volte.


Leggi anche: EBIQUITY SVELA LE CARATTERISTICHE DELLA SUA SOLUZIONE CHE MISURA QUANTO GLI INVESTIMENTI MEDIA SONO “RESPONSIBLE"


Inoltre, la media ponderata delle emissioni delle campagne digitali è di 670g di CO2PM sulla base di 116 miliardi di impression. Stando ai dati di Scope3 di 77.826 MtCO2e (milioni di tonnellate di CO2 equivalente), il dato equivarrebbe al volo di 1,35 milioni di passeggeri da Londra a Parigi, e per assorbire questa quantità di carbonio in un anno servirebbero ben 3,7 milioni di alberi adulti.

Stando allo studio, i siti creati apposta per attirare click pubblicitari (chiamati ‘Made for Advertising’ o MFA) sarebbero altissimi produttori di emissioni di carbonio, senza d’altra parte offrire nessun valore ai brand. La CO2PM su questi siti è il 26,4% più alta dei siti non di questo tipo. E di tutta la spesa pubblicitaria USA analizzata da Ebiquity, ben il 15,3% è sprecata su inventory MFA. La CO2PM sui cosiddetti ‘Trusted News Websites’, invece, risulta essere il 52% più bassa rispetto a quella dei siti MFA, a testimonianza di come riallocare gli investimenti pubblicitari su siti di alta qualità non solo migliora l’efficacia delle campagne ma abbassa anche le emissioni.

Scope3 e Ebiquity contanno di condurre studi aggiuntivi e rilasciare benchmark nel 2023 per ulteriori canali pubblicitari, inclusi TV connesse e social media.

Di seguito un'infografica riassuntiva dello studio (clicca sull'immagine per ingrandirla).

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