25/05/2021
di Lorenzo Mosciatti

Strep Italia e Roba da Donne insieme contro gli stereotipi sulla depilazione

La testata giornalistica edita da Media Prime ha messo a punto per Strep Italia due branded content capaci di parlare di depilazione in modo inclusivo ai Millennials e alla Gen Z

Il mercato a target femminile è in grande fermento. Cambiano le consumatrici e, con il potere di acquisto progressivamente sempre più nelle mani dei cosiddetti Millenials e l’ingresso della Generazione Z in aree merceologiche strategiche del business, cambiano bisogni, richieste e anche il rapporto con i brand. 

E il mercato della depilazione non fa eccezione. L’imporsi di nuovi modelli di riferimento, in netta opposizione agli standard di bellezza univoci del passato recente, ha liberato il corpo dal diktat della depilazione, trasformandolo in scelta. La campagna di Strep Italia interpreta questo nuovo sentiment e trova un megafono nella collaborazione con Roba da Donne e nella sua community da oltre 2 milioni  di utenti. 

“Da qualche anno sentiamo il bisogno di raccontare una donna diversa, che possa stare in pace col proprio corpo e non si senta schiava di modelli irreali. Ecco perché il nostro claim è Quando ti spunta la voglia di sentirti liscia, perché ci si possa depilare solo quando se ne ha veramente voglia”, afferma Ilaria Calzari, Brand Manager di Strep Italia. 

Complice la partnership con iOL Advertising (Italiaonline), a cui è affidata la concessione in esclusiva della vendita degli spazi pubblicitari dei magazine dell’editore Media Prime, due sono stati i contenuti virali realizzati da Roba da Donne, che interpretano valori condivisi con il brand: inclusione ed empowerment.

Il video “Le 5 cose che è ora di dire sulla depilazione", ideato e prodotto da Roba da Donne per Strep, smonta i pregiudizi sul tema e riporta il gesto della depilazione, nel rispetto del posizionamento del marchio, a un gesto di cura verso sé stesse, da fare senza obblighi e costrizioni sociali, solo se e quando si vuole. Lo fa con il tono disruptive che è la cifra stilistica della testata, grazie all’apporto di Francesca Melis, attrice professionista e volto iconico di Roba da Donne.

Si muove sulla stessa linea anche il contenuto "Come, crescendo, il mio rapporto con i peli è cambiato. Per fortuna”, testimonianza in presa diretta della content curator Giovanna Gallo, esperta in tematiche femminili, che abbatte lo stigma dei peli e diventa racconto onesto e coinvolgente di “come si tiene in equilibrio l’ago della bilancia in un universo in cui il liscio assoluto e la depilazione part-time possono (e devono!) convivere”.

Il messaggio veicolato da Roba da Donne tiene conto dell’attuale congiuntura nel mercato della depilazione, ben tratteggiata nel report Depilatory Products Market - Forecasts from 2020 to 2025 (Source: Research and Markets). Se è vero che la pandemia ha drasticamente abbattuto la percezione di un “bisogno di depilazione” correlato a momenti di socialità, dall’altro, complice la chiusura dei saloni, ha contribuito ad aumentare “la domanda di prodotti depilatori che siano convenienti, economici e facili da usare a casa”, ovvero il core business di Strep.

Quanto al concept ideato da Roba da Donne per Strep e a come riesca a parlare alla cosiddetta Gen Zla testimonianza arriva  ai dati di visualizzazione del video: “Le 5 cose che è ora di dire sulla depilazione” ha raggiunto infatti le oltre 300.000 videoviews. A essere emblematico è, in particolare, il canale YouTube del magazine, sul quale il video non solo è stato visualizzato da un target formato per oltre il 56% da utenti tra i 13 e i 24 anni, ma ha generato una fitta interazione in termini di commenti.

Nel thread in molte, giovanissime e non, hanno approvato il messaggio inclusivo a prescindere dalle scelte personali in termini di depilazione, mettendo in discussione lo stigma un tempo associato ai peli su cui si è basata in passato la comunicazione dei media sul tema. Più utenti si sono rivolte alla protagonista stessa del video per i primi consigli di depilazione o per discutere il rapporto tra la scelta della rimozione dei peli e il femminismo. 

“Ho solo 15 anni e che nel 2018 i peli dell'inguine fossero considerabili tabù lo trovo vergognoso”. “Avevo bisogno di questo video!”. “Sinceramente non capisco le persone che si schifano vedendo i peli su una ragazza, io personalmente me li tolgo per una questione personale mi piace così, ma stimo veramente tanto le ragazze che li lasciano…”.  Questi sono solo alcuni dei commenti che è possibile leggere a corollario del video, a dirci che le nuove generazioni esigono con i brand un rapporto onesto, diretto ed etico. In cambio, sono pronte a riconoscere e condividere i valori dai quali si sentono rappresentati.

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