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La dimensione digitale della vita

Giacomo Fusina
a cura di Giacomo Fusina

Il digitale agisce a un livello di profondità di cui non siamo pienamente consapevoli. I nostri clienti ci chiedono di analizzare i comportamenti delle persone ma in Human Highway vogliamo anche comprendere come l’ambiente connesso modifica gli atteggiamenti di fondo, il mondo interiore e il senso dell’identità personale e sociale.

08/09/2023

Il potere informativo dei mezzi di comunicazione nell'era digital e social

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Il contesto

Nel 2017, Luciano Floridi pubblicava il libro in cui scriveva che “siamo organismi informazionali (inforg), reciprocamente connessi e parte di un ambiente informazionale (l’infosfera), che condividiamo con altri agenti informazionali, naturali e artificiali, che processano informazioni in modo logico e autonomo”.

Come inforg, siamo oggi attraversati da una quantità d’informazione molto superiore a quella di dieci anni fa. La diffusione del digitale ha modificato l'accesso e il consumo delle notizie di attualità e ha introdotto notevoli cambiamenti nell'infosfera dell'attualità: questa è oggi generata da una moltitudine di soggetti, viene distribuita in modo più efficiente rispetto a dieci anni fa ed è amplificata dalla risonanza dei Social.

L’aumento della quantità d’informazione e la trasformazione dei canali di fruizione ha cambiato il modo in cui le persone giudicano le fonti delle notizie di attualità? In altre parole, l‘informazione di attualità è diventata una commodity o i newsbrand hanno conservato la capacità di conferire valore al prodotto che erogano?

La ricerca

Il tema è da tempo all’attenzione di Human Highway ed è trattato nella ricerca Newsruption, condotta ogni anno dal 2009 e progressivamente modificata nei contenuti per tenere traccia dei cambiamenti intervenuti nell’arco di quindici anni. L’edizione del 2023 si basa sull’analisi delle interviste a un campione di 1.000 individui maggiorenni e mostra un risultato piuttosto sorprendente: nonostante l’ampiezza e la profondità dei cambiamenti, il potere informativo dei mezzi di comunicazione, a parte poche eccezioni, è rimasto costante.

L’incontro con l’attualità, misurato in risposta a una domanda su una “notizia recente che viene in mente appena ci pensi”, avviene in gran parte grazie alla televisione: quasi metà degli intervistati ricorda una notizia appresa da questo mezzo.

Il dominio della TV è sostanzialmente stabile lungo tutti gli anni in cui è stata svolta la ricerca. L’analisi, inoltre, rivela che i mezzi tradizionali (TV, Radio, carta stampata) hanno tuttora un potere informativo molto superiore a quello del sistema dei mezzi digitali, anche all’interno della popolazione online rappresentata nella ricerca.

Nell’anno della pandemia la TV ha guadagnato alcuni punti rispetto agli altri mezzi, a scapito dell’online ma successivamente le curve si sono riportate sui valori degli anni precedenti il 2020.

L’atomizzazione dell’informazione e la diffusione di singole notizie al di fuori del contenitore editoriale (la testata) ha acuito il problema della credibilità e dell’autorevolezza delle fonti. Questo tema si ripercuote anche sui canali di diffusione delle notizie. I Social hanno un evidente problema di autorevolezza e attendibilità: per ogni persona che incontra sul proprio feed notizie di attualità senza dubitare della loro attendibilità, più di quattro esprimono dubbi e mostrano un atteggiamento critico. I massimi livelli di affidabilità sono assegnati alle fonti tradizionali, insieme ai Podcast.

La differenza di credibilità dipende essenzialmente dalla presenza di una redazione che conferisce valore di qualità e credibilità alla notizia, con l'unica interessante eccezione dei Podcast.

I tratti dell’informazione di qualità che gli italiani apprezzano sono riassumibili nell’aderenza ai fatti e oggettività, la competenza e accuratezza, la libertà e l’autorevolezza.

Negli ultimi due anni si nota una maggiore domanda di accuratezza, un elemento ancor più importante dell’oggettività. Il particolare contesto internazionale del 2022 ha generato un aumento della domanda di copertura mondiale, ora tornato ai livelli degli anni precedenti, mentre nel tempo si osserva una diminuzione dell’importanza della tempestività.

Le conclusioni

Alla domanda su quale sia una testata che si possa ritenere un esempio di qualità nell’informazione, il 47% dei rispondenti non ha indicato alcun nome. Solo l’1,5% esprime delusione per l’offerta e dichiara che non esiste alcuna testata d’informazione degna di fiducia. Metà della popolazione non ha quindi un rapporto di fiducia o un rapporto preferenziale con una testata a cui affidare il compito di raccontare e commentare gli avvenimenti dell’attualità.

Si tratta di un ampio segmento di persone (circa 25 milioni) che vengono raggiunte dall’informazione senza cercarla attivamente e che non valutano criticamente il flusso informativo in base alla fonte della notizia.

L’altra metà del campione cita una media di 1,7 fonti preferite e la scelta è influenzata da tre fattori che si possono riassumere in oggettività, libertà e competenza.

Le prime otto fonti più citate, tuttavia, mostrano di avere profili d’immagine differenziati e indicano che la fiducia e la preferenza verso una testata d’informazione dipende dalla sensibilità della sua audience

L’aggregazione delle testate citate spontaneamente dai rispondenti in risposta alla domanda sulla testata preferita mostra che, ancora una volta, la TV si conferma il mezzo in grado di rispondere meglio alla richiesta di qualità dell’informazione.

La trasformazione digitale ha reso l’informazione di attualità più tempestiva, pluralista e accessibile ma non ha scalzato la televisione dal ruolo acquisito nei decenni precedenti: la TV è ancora la fonte d’informazione più influente, preferita e credibile.