Wavemaker, ricavi 2019 a +5%. Vergani: «Cresciamo grazie a consulenza strategica, Content e Tech»
I servizi non attinenti al media planning e buying sono arrivati ormai a pesare per circa il 50% del fatturato. Febal Casa, Imetec e BacktoWork24 tra i nuovi clienti
Wavemaker chiude il 2019 con una diminuzione dell’amministrato gestito ma con un trend positivo del giro d’affari. Un risultato, quest’ultimo, ottenuto grazie al buon andamento dei servizi offerti alle aziende nelle aree non attinenti al media planning e al media buying, arrivati ormai a pesare per circa il 50% del fatturato. E’ questa d’altronde la strategia messa in atto dai centri media negli ultimi anni dinanzi alla frenata degli investimenti pubblicitari, alla continua e costante crescita dei giganti del digitale, Google, Facebook e ora anche Amazon, e all’ingresso nel settore della pubblicità delle grandi società di consulenza. «Wavemaker chiude il 2019 con ricavi in crescita del 5% grazie soprattutto al peso crescente di quei servizi ad alto valore aggiunto che si sono andati ad affiancare negli ultimi anni alla nostra tradizionale attività di pianificazione e acquisto degli spazi pubblicitari», conferma Luca Vergani, ceo della società di GroupM (Wpp Italia). «Questo trend è destinato a proseguire in modo ancora più accelerato nell’immediato futuro e ci offre ampi spazi di crescita rispetto ai nuovi competitor considerando la nostra profonda conoscenza del settore dell’advertising». Sono tre le aree su cui Wavemaker sta investendo sempre di più anche in termini di risorse umane, per venire incontro alle esigenze dei propri clienti e dei potenziali new business. «La divisione Content impiega ormai una sessantina di persone su un totale di 400 dipendenti. La unit Tech conta oggi sul lavoro di una quindicina di professionisti, chiamati a gestire progetti digitali a 360 gradi, come la realizzazione di siti, minisiti, landing page, Seo, dashboard, progetti di data visualization e, sempre di più negli ultimi tempi, di content management system. Abbiamo anche attivato di recente una divisione di consulenza alle aziende interessate a mettere in atto piani di e-commerce, anche perché le imprese sono sempre più attente a capire come gestire la sovrapposizione tra retail fisico e digitale per fare in modo che il consumatore che entra nei loro store e decida di procedere all’acquisto sulle piattaforme online, lo faccia su quelle di loro proprietà».