Quello della viewability della campagne è un tema importante non solo, come si potrebbe pensare, per gli inserzionisti, ma anche per i publisher, che migliorando la visibilità dei propri formati possono a ben vedere attirare maggiori investimenti pubblicitari sulle loro property.
A tal proposito, IAB ha lanciato negli Stati Uniti la sua prima guida dedicata ai publisher che vogliono migliorare la viewability della propria pubblicità: un vademecum che, partendo dallo studio di best practice, propone alcuni suggerimenti utili a tutti gli editori, sia grandi che piccoli.
Secondo la guida sono quattro le principali leve per migliorare la viewability:
- Contenuti editoriali capaci di catturare e tenere viva l'attenzione dell'utente
- Una riprogettazione del sito per assicurare che le pubblicità siano posizionate in maniera ottimale
- Un miglioramento sul fronte della latenza, per tagliare i lunghi tempi di esecuzione
- Cambiamenti nella strategia di ad tech e nella policy per allinearsi alle best practice
Ovviamente, alla base di tutto ci sono
contenuti interessanti ed engaging, ma necessari sono anche
accorgimenti di tipo tecnico (posizionamenti, latenza, ad tech), per i quali, sottolinea la guida, è importante lavorare efficacemente con advertiser, agenzie e società di misurazione terze.
«Ora che molti publisher sono riusciti con successo a migliorare i loro livelli di viewability pubblicitaria, era giunto il momento per IAB di metterli insieme in una guida utile all'intera industry - commenta
Sherrill Mane, Senior Vice President of Research, Analytics and Measurement di IAB -. Tutti gli editori, indipendentemente dalle loro dimensioni e risorse tecnologiche, dovrebbero trarre vantaggio dalle strategie sottolineate in questa guida, testate nel mondo reale da società reali che sanno che la viewability è un elemento chiave per soddisfare le esigenze degli inserzionisti e migliorare il valore delle campagne sui loro siti».