Frodi, un fenomeno non distribuito: il 3% degli editori genera il 68,2% delle impression fake
Lo rivela uno studio internazionale. Alcuni di questi publisher mettono in piedi siti "fantasma", mentre altri cercano di integrare il loro traffico con click a basso costo
Qualche giorno fa, uno studio di ANA e White Ops ha rivelato che le frodi pubblicitarie online diminuiranno nel 2017, con un calo del 10% delle perdite economiche imputabili al fenomeno. Adesso, una nuova ricerca fa luce sul trend delle inventory fraudolente. Stavolta si tratta di un report della società specializzata Fraudlogix, secondo cui la maggior parte delle frodi pubblicitarie è concentrata in una piccola percentuale di ambienti all'interno del mercato RTB. Passando in rassegna 1.3 miliardi di impression da più di 59 mila siti in un periodo di 30 giorni, lo studio ha evidenziato che il 68,2% delle impression fake proviene dal 3,2% degli editori. Il fenomeno dunque non è regolarmente distribuito, ma i siti che forniscono impression fraudolente, nonostante siano pochi in termini assoluti, immettono un numero sproporzionatamente alto di impression sul mercato. Complessivamente, la ricerca ha individuato come fraudolento il 18,8% delle impression. «Andare alle radici del problema delle frodi pubblicitarie significa individuare dove le impression fake hanno origine - ed esse provengono da una percentuale di editori molto piccola, che va inondando il mercato con traffico fasullo», commenta il CEO di Fraudlogix Hagai Shechter.