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di Teresa Nappi

Il Web 3.0 tra luci e ombre: il Web3 Alliance Forum accende i riflettori su opportunità e sfide delle nuove tecnologie

"Oltre l’AI. Le imprese e la sfida del Web 3.0" è stato il titolo dell'evento andato in scena a Milano. Diversi i settori che si sono confrontati sulle possibilità e i rischi della tecnologia abilitativa, dall'editoria alla sanità, passando per l'advertising

Andrea De Micheli, presidente di Web3 Alliance, e i vicepresidenti Elena Schiaffino e Fabiano Lazzarini

Andrea De Micheli, presidente di Web3 Alliance, e i vicepresidenti Elena Schiaffino e Fabiano Lazzarini

A pochissimi giorni dall’approvazione da parte del Parlamento europeo della posizione negoziale sull’AI Act, il progetto di normativa sull’intelligenza artificiale proposto dalla Commissione europea nell’aprile del 2021 e che – previa approvazione definitiva da parte del Consiglio UE – dovrebbe portare a un regolamento europeo conclusivo entro la fine dell’anno, a Milano va in scena il Web3 Alliance Forum, intitolato “Oltre l’AI. Le imprese e la sfida del Web 3.0”.


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Davanti a una platea nutrita, composta di giovani, ma soprattutto meno giovani - a testimonianza della curiosità di capire questo nuovo mondo anche da parte delle generazioni più compassate -, il Web3 Alliance Forum ha voluto “mettere a sistema le conoscenze sulle nuove forme di AI”, per un confronto in merito ai temi più caldi che ruotano attorno alle tecnologie abilitative: i risvolti etici, il contributo del gaming, il metaverso e il suo futuro, il rapporto AI con editoria e giornalismo, l’applicazione dell’AI all’advertising online, la tutela della proprietà intellettuale nei nuovi scenari, il rispetto della privacy.


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«Non è casuale il fatto che il Forum di Web3 Alliance si svolga in concomitanza con l’approvazione da parte del Parlamento di Strasburgo della ‘posizione negoziale sulla legge sull'Intelligenza Artificiale’, conosciuta come AI Act, il testo normativo più avanzato al mondo sull’Intelligenza Artificiale destinato a regolamentarne l’impiego nell’Unione Europea», ha spiegato Andrea De Micheli (Casta Diva Group), presidente di Web3 Alliance, nel corso della tavola rotonda di apertura che lo ha visto affiancato dai vicepresidenti del primo consorzio italiano che riunisce i player dell’universo digitale avanzato, Elena Schiaffino (Engitel) e Fabiano Lazzarini (Jakala).


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«Occorre garantire che i sistemi di AI siano, infatti, supervisionati dalle persone, sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori - come invece potrebbero essere visto che sono “educati” attraverso miliardi di dati che vengono da una storia umana che è piena di discriminazioni - e sostenibili da punto di vista ambientale», ha aggiunto ancora il presidente De Micheli. L’algoretica (l’etica degli algoritmi, insomma, deve essere un caposaldo della nuova rivoluzione che sta per riscrivere – in maniera più veloce e capillare – la storia, come ha fatto internet ai suoi albori.

L’evento nel suo complesso ha messo sotto i riflettori luci e ombre del Web 3.0 e – nello specifico – dell’intelligenza artificiale generativa, sottolineando la necessità di «non fermare il progresso tecnologico, quanto di accelerare la definizione di una regolamentazione adeguata e al passo della rivoluzione che si sta affacciando», ha detto nel merito Ivana Bartoletti, Co-Founder of the Women Leading in AI Network e Visiting Cybersecurity and Privacy Executive Fellow at Pamplin Business School Virginia Tech.

Uno sviluppo controllato della tecnologia, dunque, è quello auspicato a più voci dai diversi interventi che si sono alternati sul palco del Web3 Alliance Forum, sia da parte degli editori, per esempio, quanto delle istituzioni e del settore Salute e Benessere.

«Deve essere strumento per liberare energie ed essere potenzialmente più efficienti nel proprio lavoro, non un alternativa all’uomo e al professionista, portatore di esperienza che l’Intelligenza Artificiale non può e non deve avere», ha infatti sottolineato Michela Colamussi, director di Transition to Digital and Innovation di Gruppo Monrif, in un momento di confronto che l’ha vista confrontarsi con Fausto Colombo, Ordinario di Teoria e tecniche dei media dell’Università Cattolica, Barbara Bontempi, Chief Digital Office di Piemme, e con Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, che ha poi attirato l'attenzione sui cambiamenti non solo a livello di impresa, ma a livello sociale che il Web 3.0 innescherà.

Per fare questo è richiamata con forza la necessità di competenza per «comprendere e poi governare lo sviluppo», ha sottolineato quindi nel suo intervento da remoto il Sottosegratario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, a capo della struttura che coordina l’attività di comunicazione istituzionale e delle attività volte alla tutela del diritto d'autore.

Insomma, professionalità capaci di leggere opportunità e rischi delle nuove frontiere aperte dal Web3.0, saranno una necessità e non un’opzione per le aziende, che devono essere vigili e attente, senza perdere nessuna possibilità offerta dalle nuove tecnologie.

Dall’advertising al customer care: le applicazioni dell’AI

Sull’applicazione dell’AI alla comunicazione pubblicitaria e al marketing online sono stati diversi gli interventi.

Umberto Basso, amministratore delegato di AKQA (Gruppo WPP) agenzia specializzata nell’interazione tra clienti e brand, invece, ha sottolineato come le tecnologie del Web 3.0 stanno impattando nel modo in cui i brand comunicano e si relazionano con i propri stakeholder: «Il gioco è sempre lo stesso – ha detto Basso -, quelle che cambiamo sono le regole e la tecnologia». Ecco che in un mondo fatto di nuovi spazi, «diventa necessario smettere di pensare la prodotto, ma pensare a un racconto, a un’esperienza di brand».

Niccolò Magnani di Triplesense Reply, affiancato da Alessio Agricola, Media e Communication Manager di Alpitour, ha invece voluto mettere sotto la lente le nuove frontiere della creatività nell’advertising online aperte dall’uso dell’intelligenza artificiale: «L’AI può aiutare a generare più opzioni, ma è sempre il fattore umano a discernere e vagliare quella più adatta al cliente», ha sottolineato il manager riferendosi ancora una volta alla necessità di considerare l’AI come uno strumento per efficientare il lavoro creativo e non sostituirlo.

Diversamente, Roberto Silva Coronel e Valentina Usellini, rispettivamente Ceo e Founder e Senior Business Development manager di Marketing Multimedia (Gruppo MMM), hanno raccontato il caso di Ticket.it, che ha adottato Chat GPT nel customer service, in un’ottica di contenimento dei costi. «Il successo di questo esperimento ci sprona a continuare, perché semplifica la gestione e libera risorse (non le sostituisce), che possono essere convogliate su altri aspetti di sviluppo», hanno sottolineato dal palco.

Insomma, anche nel singolo segmento, il racconto è il medesimo: grandi possibilità, che chiamano a una grande consapevolezza e coscienza per uno sviluppo sano, sicuro e sostenibile.

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