17/04/2019
di Simone Freddi

Mondadori, la strategia nei periodici: razionalizzazione del portafoglio e sviluppo del digitale

Il gruppo di Segrate concentrerà gli investimenti nel core business dei libri. L'a.d. Mauri all'assemblea degli azionisti: «Siamo in una posizione finanziaria che ci consente di sostenere l’avvio di una nuova fase di crescita»

Razionalizzazione dei costi e del portafoglio editoriale, miglioramento costante dei brand più forti e sviluppo del digitale: sono questi i tre punti-chiave della strategia nell'area periodici del Gruppo Mondadori, che ha invece individuato nei libri i maggiori spazi di crescita in Italia e all’estero. Mercoledì a Segrate, nel corso della sua relazione all’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio dell’esercizio 2018, l’amministratore delegato Ernesto Mauri ha illustrato i principali dati relativi all’andamento del Gruppo Mondadori: ricavi netti consolidati a quota 891 milioni di euro, in calo dell’8,1% rispetto al 2017 e «in linea con le attese»; margine operativo lordo adjusted a 90,1 milioni (+5,6 milioni sul 2017) e posizione finanziaria netta in miglioramento di circa il 22% a -147 milioni rispetto ai -189 precedenti. «Negli ultimi 5 anni abbiamo registrato un continuo miglioramento dei margini operativi, grazie alla razionalizzazione del portafoglio, ad acquisizioni strategiche come Banzai Media e Rizzoli Libri e all’ottimizzazione delle attività», ha sottolineato Mauri, aggiungendo che «ora siamo in una posizione finanziaria che ci consente di sostenere l’avvio di una nuova fase di crescita, che passa da ulteriori investimenti nell’area dei libri e l’individuazione di nuove aree strategiche». Quella descritta da Mauri è dunque una Mondadori sempre più concentrata sull’attività libraria, anche grazie all’imminente closing della cessione a Reworld Media di Mondadori France (atteso per l’estate) che porterà nelle casse del gruppo ulteriori 70 milioni (50 alla chiusura dell’operazione, 10 nei successivi 24 mesi e 10 in azioni Reword). Del resto, già nel 2019 l'area Libri (inclusa l'attività retail collegata) ha generato il 70% rei ricavi del gruppo e l’87% del margine operativo, mentre parlando a margine con i giornalisti Mauri ha parlato di decrescita «strutturale» del business dei periodici: «quest’anno la perdita di ricavi è stata di 40 milioni, che siamo riusciti a riportare ad appena 3 milioni di perdite grazie a una particolare attenzione nella gestione, ed è una strada su cui vogliamo continuare, puntando su razionalizzazione dei costi e del portafoglio editoriale, miglioramento costante dei brand più forti e sviluppo del digitale». Quattro sono i punti chiave della nuova strategia elencati agli azionisti da Mauri: «continuare a investire nel core business; ulteriori razionalizzazioni nel portafoglio dei periodici, dopo le cessioni di Inthera, Panorama e Mondadori France; individuazione di nuove opportunità di sviluppo; riduzione del rapporto tra posizione finanziaria ed ebitda a meno di 1 entro il 2019». Per quest'anno, il gruppo prevede una «leggera contrazione» dei ricavi, una crescita "single digit" dell'ebitda adjusted e un risultato netto della attività in continuità in crescita, «tra i 30 e 35 milioni di euro», ha detto l'a.d.. Rispetto a 5 anni fa, ha concluso Mauri, Mondadori «E’ più piccola, ma più sana e meno esposta ai rischi dell’area periodici, con ottime possibilità di sviluppo». I risultati del primo trimestre 2019 di Gruppo Mondadori saranno comunicati il 15 maggio, e nonostante una partenza sottotono per il mercato pubblicitario «non ci saranno sorprese negative», ha anticipato l'amministratore delegato. Del resto, la riorganizzazione del business del gruppo ha come conseguenza una minore dipendenza dalle oscillazioni della pubblicità, che oggi vale meno del 10% dei ricavi complessivi. Nel 2018, la raccolta è stata di 84,1 milioni di euro.

Marina Berlusconi: «Sappiamo dove vogliamo andare»

«Mondadori – ha detto a margine la presidente di Mondadori, Marina Berlusconi - ha portato a termine con successo un vero e proprio turn around: ci presentiamo con un indebitamento che è sceso di 300 milioni di euro dal 2013 al 2019, quando pensiamo sarà inferiore ai 70 milioni di euro. Se non dovessimo fare investimenti - cosa che invece mi auguro - noi potremmo chiudere il 2020 con un indebitamento pari a zero». Sulle operazioni allo studio il gruppo ha «tutte le carte in regola per crescere, sappiamo anche dove andare: vogliamo crescere nei libri. Per quanto riguarda l'educational guardiamo all'Italia, perché abbiamo ancora uno spazio possibile e pensiamo di investire in settori nei quali non siamo presenti come il professionale. Invece per il trade dobbiamo guardare all'estero: stiamo esaminando varie opportunità sui principali mercati, Germania e Francia, con un occhio di riguardo al mercato anglosassone per il fattore della lingua», ha concluso la presidente di Mondadori.

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