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25/02/2019
di Caterina Varpi

Skuola.net e Tim raccontano il rapporto dei giovani con lo smartphone

Un ragazzo su 2 vive con disagio l’esaurirsi del monte dati. I social network, le chat e le piattaforme di streaming musicale sono le risorse più usate sul cellulare dai giovani

Per i più giovani WhatsApp, Instagram e le app di streaming musicale sono irrinunciabili. A farlo emergere è una ricerca di Skuola.net, realizzata per Tim, su 15mila ragazzi tra gli 11 e i 25 anni, che ha cercato di capire meglio come si comportano le nuove generazioni con gli smartphone. I gigabyte di traffico internet: è questo il vero snodo cruciale, visto che posti di fronte alla domanda “meglio chiamate illimitate o dati pressoché infiniti?”, quasi 8 giovani su 10 – il 79% - non hanno dubbi e puntano tutto sui secondi, rivela lo studio. Più di 1 su 2 affronta decisamente male la fine del monte dati: il 46% attende con ansia il rinnovo dell’offerta, l’8% non ha questa pazienza e acquista immediatamente traffico supplementare. Anche se, poi, diventa fondamentale avere un segnale all’altezza della situazione. Così, oltre 7 su 10 – il 71% - barattano volentieri un po’ di Giga con una Rete più veloce e affidabile. Forse perché la stragrande maggioranza di loro digerisce male una connessione lenta o addirittura assente. Quando, ad esempio, lo smartphone naviga a singhiozzo il 62% mantiene un certo autocontrollo e dice di sentirsi infastidito ma paziente; ma il 20% ammette di andare su tutte le furie; solo il 18% sostiene di non aver nessun tipo di problema. Quando, invece, il telefono non aggancia proprio la rete dati, il 17% va subito nel panico; mentre il 45% racconta di essere un po’ a disagio (ma niente di più); aumenta, in questo caso, la platea di chi affronta la situazione con tranquillità (38%). Circostanze, quelle appena elencate, che spingono tantissimi giovani a cedere alle lusinghe dei vari gestori telefonici che a suon di rilanci tentano di attrarre nuovi clienti. Parlano i numeri: fissando un intervallo temporale piuttosto ristretto – 24 mesi – ben il 53% degli intervistati dichiara di aver cambiato operatore: il 33% una sola volta, il 12% due, l’8% tre o più, mentre solamente il 47% è rimasto fedele al vecchio gestore. Sono pochi (21%), invece, i ‘pentiti’ che dopo un po’ ci ripensano e tornano all’operatore di partenza. Il motivo principale che induce al passaggio, come prevedibile, è la quantità maggiore di Giga di navigazione o minuti di conversazione (49%). Ma c’è anche chi si lascia convincere soprattutto dal prezzo inferiore dell’offerta (30%) o dalla copertura migliore della Rete di quell’operatore (21%). Alla fine, una buona fetta di ragazzi ha attualmente a disposizione una quantità notevole di Gigabyte: quasi 2 su 3 – il 63% - ne hanno più di dieci (il 20% più di trenta, il 18% tra 20 e 30 Giga, il 15% tra 10 e 20, il 10% sostiene di averli illimitati). Ciò, però, non è sufficiente a evitare che qualcuno (7%) li finisca nei primi giorni successivi al rinnovo dell’offerta e che più di 1 su 10 (13%) li debba gestire con cura per averne una scorta anche alla fine del mese. Ovviamente è tutto commisurato all’entità del piano dati: chi, ad esempio, ha più di 10 Giga di traffico in oltre 8 casi su 10 riesce a consumarli in maniera regolare nel periodo di fatturazione; mentre chi è al di sotto di tale soglia li esaurisce più rapidamente (con meno di cinque si scende al 66%).

I giovani, i social network, le chat e le app di musica

Ma come vengono consumati tutti questi Giga? Basta vedere dove passano più tempo i ragazzi. Dovendo indicare le risorse più usate sullo smartphone, circa 1 su 4 indica i social network (24%): con Instagram che con il 62% dei voti domina la classifica di settore, staccando senza possibilità d’appello Facebook (8%). Subito dietro le piattaforme sociali troviamo le chat (20%): anche qui c’è un vincitore assoluto, WhatsApp, che viene scelta come app di riferimento dai tre quarti del campione (76%), con le altre a fare da spettatrici. Terzo gradino del podio per le app di musica (19%) ma, in questo caso, il quadro è più competitivo. Le App di streaming musicale sono un terreno impervio: a 1 su 10 prosciugano quasi tutti i Giga, al 7% più della metà, al 18% quasi la metà; il 37% le usa pochissimo, il 28% evita direttamente.

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