28/02/2023
di Caterina Varpi

L'audio rafforza la capacità di ricordare contenuti e annunci. I dati di Spotify

Secondo la ricerca Sonic Science 2.0, Il 73% degli utenti è aperto ad ascoltare gli annunci pubblicitari sui servizi di streaming audio se il tono si adatta a ciò che stanno facendo in quel momento

L’audio ha un effetto fisico sugli ascoltatori, rafforzando la loro capacità di ricordare contenuti e annunci: lo rivela lo studio Sonic Science 2.0, realizzato da Spotify in collaborazione con la società biometrica MindProber e con il Dr. Josh McDermott del MIT. La ricerca esplora l'impatto fisiologico del suono e il modo in cui i marketer possono sfruttare il valore unico della musica e dei podcast per raggiungere efficacemente i consumatori.

I risultati raggiunti provano in maniera inequivocabile che esiste una correlazione tra la scelta di cosa ascoltare da parte degli utenti, gli ambienti fisici dove si trovano e le attività che stanno svolgendo. Tra i principali punti emersi dalla ricerca di quest’anno, il fatto che gli utenti di Spotify non si limitano a ricordare gli annunci, ma acquistano prodotti.


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Di seguito i principali punti emersi dalla ricerca di quest’anno.

Gli utenti sono coinvolti dalle inserzioni

Il coinvolgimento degli ascoltatori rispetto alle inserzioni che accompagnano i contenuti è molto forte, secondo i risultati dello studio.

Per il 60% degli utenti, l’engagement verso il contenuto che stava ascoltando, indipendentemente dal fatto che fosse musica o podcast, è rimasto invariato una volta ascoltata l’inserzione.

L'attività elettrodermica (misurata attraverso il sudore) segnala l'attivazione emotiva e fornisce quindi un indicatore fisico del nostro coinvolgimento. La ricerca ha rivelato che l'ascolto su Spotify ha aumentato il coinvolgimento degli ascoltatori nei confronti delle inserzioni, innalzandolo dall'11 al 23% rispetto al valore di base.

Il coinvolgimento prodotto da una canzone o da un podcast può essere molto diverso rispetto a quello verso un’inserzione pubblicitaria. Ma la ricerca ha svelato che l'alto livello di coinvolgimento degli ascoltatori di Spotify rimane costante anche durante gli annunci audio. MindProber lo chiama "effetto carryover" e ha implicazioni significative per gli inserzionisti: maggiore è l'impatto del contenuto audio, maggiore sarà l'impatto dell'annuncio successivo.

Gli ascoltatori di Spotify sono pronti ad assimilare i messaggi dei brand: Il 73% dei partecipanti ha dichiarato di essere aperto ad ascoltare gli annunci pubblicitari sui servizi di streaming audio se il tono si adatta a ciò che stanno facendo in quel momento.

Gli utenti di Spotify non si limitano a ricordare gli annunci, ma acquistano prodotti: un partecipante allo studio su cinque ha riferito di aver cercato un brand o un prodotto online dopo averne sentito parlare in un’inserzione di Spotify, e alla domanda "quanto è probabile che in futuro acquisti un prodotto o un servizio di cui ha sentito parlare su Spotify?" il 30% ha risposto che è probabile che lo faccia.

Le reazioni degli utenti ai contenuti su Spotify

I partecipanti allo studio, dopo la maggior parte delle loro sessioni di ascolto, hanno riferito che, anche quando stanno ascoltando una canzone che evoca sensazioni più tristi, quando si sintonizzano su Spotify ricevono una carica di energia. E questo indipendentemente da quando hanno effettuato l'ascolto, da cosa hanno sentito e da cosa stessero facendo in quel momento. Un terzo dei partecipanti allo studio ha dichiarato di sentirsi "felice" o "allegro" dopo aver ascoltato Spotify, mentre un quarto ha dichiarato di provare una sensazione di "calma".

I risultati hanno dimostrato, si legge nella nota, che il 93% del coinvolgimento cerebrale verso i contenuti ascoltati si è trasferito direttamente nell’engagement degli annunci e, di conseguenza, le inserzioni hanno registrato un impatto del brand superiore del 19% su Spotify rispetto a tutti gli altri media.

Sulla base dell'attività elettrodermica degli ascoltatori di Spotify (ovvero l'eccitazione misurata attraverso il sistema nervoso simpatico che, quando si attiva, fa produrre sudore al nostro corpo) durante lo streaming, è stato possibile capire se il contenuto audio ascoltato provocava un'eccitazione emotiva.

Studiando gli attributi acustici come la ballabilità, l’energia, la strumentalità e lo "speechiness" (ovvero la presenza di parole parlate in una canzone), è stato possibile essere il 30% più accurati nell’identificare i contesti in cui si trovavano utenti mentre ascoltavano musica.

È emerso, infine, che gli utenti ascoltano una diversa tipologia di musica a seconda dell’attività che stanno svolgendo. 
 

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