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25/01/2017
di Cosimo Vestito

Google contro la pubblicità ingannevole, rimossi 1,7 miliardi di annunci "tossici": «Ma la battaglia è ancora lunga»

Il Bad Ads Report 2016 descrive nel dettaglio tutte le misure della società di Mountain View in contrasto ad annunci e operatori che contravvengono alle sue policy. La parola a Scott Spencer, Director of Product Management, Sustainable Ads

Con il suo Bad Ads Report, Google rendiconta le azioni intraprese per contrastare inserzioni, siti e operatori ingannevoli in violazione del suo sistema di politiche che regolano le tipologie di annunci consentiti. «La pubblicità svolge un ruolo fondamentale nell’ecosistema digitale dell’informazione, in quanto può determinarne qualità e accuratezza. Per questo, gli annunci che promuovono prodotti illegali o offerte irrealistiche, inducono con l’inganno le persone a condividere informazioni personali, oppure infettano i dispositivi con software pericolosi sono nocivi per gli utenti e possono compromettere l’esperienza online», ha dichiarato Scott Spencer, Director of Product Management, Sustainable Ads della società. Nel 2016, si legge nel documento, Google ha rimosso 1,7 miliardi di annunci che infrangevano le sue policy, una quantità più che raddoppiata rispetto al 2015. Sempre lo scorso anno, Mountain View ha esteso i suoi regolamenti per proteggere ulteriormente i consumatori da offerte fuorvianti o predatorie; in secondo luogo, ha rafforzato le proprie tecnologie così da poter individuare e rimuovere la pubblicità pericolosa ancora più velocemente. Ecco le principali aree in cui Google è intervenuta:

  • Annunci per prodotti illegali, che promuovono attività o prodotti non consentiti dalla legge. In particolare, per quanto riguarda i prodotti farmaceutici, è stato rilevato un aumento nei volumi di pubblicità pericolosa e nell’ultimo anno sono state rimosse oltre 68 milioni di inserzioni per violazione sulle norme sanitarie, 12,5 milioni in più rispetto al 2015. Allo stesso tempo, è cresciuta anche la pubblicità legata alla promozione del gioco d’azzardo senza le adeguate autorizzazioni istituzionali dei paesi di riferimento, lo scorso anno sono stati rimossi oltre 17 milioni di annunci per violazioni di questo tipo;
  • Annunci fuorvianti, che cercano di ottenere click e visualizzazioni attraverso false informazioni. Nel 2016, sono stati rimossi circa 80 milioni di annunci che avevano l’intento di allarmare e truffare gli utenti;
  • Annunci pericolosi su mobile, nel 2016 sono state disabilitate oltre 23.000 inserzioni “self-clicking”, che inducono l'app store a scaricare un'applicazione non richiesta, un aumento molto significativo rispetto all’anno precedente;
  • Annunci che cercano di aggirare il sistema, l’anno sono stati rimossi quasi 7 milioni di pubblicità che cercavano intenzionalmente di evitare il rilevamento.

Google rileva le nuove tipologie di "bad ads"

Nel 2016 Google ha registrato anche l’aumento del "tabloid cloaking", un nuovo tipo di annuncio ingannevole che cerca di aggirare il sistema spacciandosi per una notizia. Queste attività fanno spesso leva su temi di attualità, come un’elezione, una notizia recente o un personaggio celebre, inoltre, le inserzioni possono assumere l’aspetto di titoli di un sito di notizie. Per contrastare questo formato, i tecnici della società bloccano gli stessi inserzionisti e impediscono loro di pubblicare altri annunci sulle piattaforme Google. Lo scorso anno sono stati sospesi oltre 1.300 account per attività di tabloid cloaking. Il documento si è soffermato anche sugli annunci “trick to click”, che spesso compaiono come avvertimenti del sistema operativo, per indurre gli utenti a cliccarci sopra così da scaricare un software dannoso o un malware. Nel 2016 i sistemi Google hanno individuato e rimosso un totale di 112 milioni di annunci di questa categoria, sei volte di più rispetto al 2015.

Google contro i siti ingannevoli

A volte è necessario per Google sospendere anche il sito promosso nell’annuncio, quello che i naviganti vedono dopo avere cliccato. Quando un editore viola le policy, la società ha il potere di interrompere la distribuzione pubblicitaria sul suo sito o perfino chiudere il suo profilo. «Da molto tempo è in vigore un regolamento che proibisce ai publisher di AdSense di pubblicare annunci su siti che aiutano a ingannare gli altri, come siti che vendono falsi diplomi o esami copiati. A novembre, abbiamo esteso queste politiche, introducendo una nuova sezione sui contenuti ingannevoli, che ci aiuta a intervenire contro i proprietari di siti che nascondono informazioni sul proprio conto e imbrogliano le persone con i loro contenuti. Oltre a tutto questo, supportiamo gli sforzi sinergici del settore, come la Coalition for Better Ads per proteggere gli utenti da esperienze pubblicitarie negative sul web. Quest’anno abbiamo rimosso un numero di annunci malevoli superiore a qualunque risultato precedente, ma la battaglia è ancora lunga», ha concluso Spencer.

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