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12/03/2024
di Annalisa Pomponio

Gli italiani sempre più online, ma la tv tiene: i dati del Rapporto Censis

Lo studio evidenzia un “boom” della mobile tv, la radio continua a rivelarsi all’avanguardia. La carta stampata in crisi, mentre i libri sono in ripresa

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Crescita della tv, radio sempre più ibrida, social e smartphone sempre più consolidati e la stampa continua la sua tendenza in rosso, mentre arrivano segnali più confortanti per i libri. Incertezza sul futuro dell’AI. Questi sono i principali risultati del 19° Rapporto sulla comunicazione del Censis, promosso da Intesa Sanpaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e WindTre, presentato a Roma da Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, e discusso da Deborah Cocco, Head of Institutional Sponsorships di Windtre, Roberta Lucca, Direttore Marketing della Rai, Monica Mondo, conduttrice di Tv2000, Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione di Mediaset e Fabrizio Paschina, Responsabile della Direzione Comunicazione e Immagine di Intesa Sanpaolo.  

Più nello specifico il report ha fotografato che: la tv si conferma come il mezzo più amato dagli italiani. Cresce la passione per quella via internet. Secondo il 19° Rapporto Censis sulla comunicazione nel 2023 a guardarla è il 95,9% degli italiani composto da tv tradizionale (+0,9% il digitale terrestre), tv satellitare (in crescita a +2,1%), smart tv (+3,3% in un anno) e il boom della mobile tv che si attesta oggi quasi al 33,6% (più di un terzo degli italiani). 

Radio sempre più ibrida e lieve flessione degli ascoltatori  

La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 78,9% degli italiani, con una lieve flessione da un anno all’altro (-1,1%). Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale subisce un piccolo calo passando al 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022), l’autoradio si attesta al 69,1%, confermandosi su livelli prepandemici. Per quanto concerne l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (18,2% degli utenti) e con lo smartphone (24,1%), si registra una crescita importante nel lungo periodo (rispettivamente +10,6% e + 20,5% dal 2007 ad oggi), ma un calo nel breve (rispettivamente -2,2% e -5,0% tra il 2022 e il 2023). 

Consolidamento di internet, smartphone e social network 

Tra il 2022 e il 2023 si registra un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali), e si evidenzia una sovrapposizione quasi perfetta con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e molto prossima a quanti sono gli utilizzatori di social network (82,0%). 

Carta stampata, si riducono al 22% i lettori  

Per i media a stampa, invece, si accentua ulteriormente la crisi storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023. Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,7%) e dei mensili (-2,8%). Anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono al 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (il 58,1% come già nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011). 

Gli italiani tornano a leggere  

Nel 2023 si arresta l’emorragia di lettori di libri: gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% del totale (+3,1% rispetto allo scorso anno ma -13,6% rispetto al 2007). La ripresa non riguarda i lettori di e-book, che non si sbloccano, rimanendo stabili al 12,7%. 

Le piattaforme preferite dai giovani 

Tra i giovani (14-29 anni) si registra un consolidamento nell’impiego delle piattaforme online. Il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok. In lieve flessione tra gli under 30, oltre a Facebook (passato dal 51,4% del 2022 al 50,3%), anche Spotify (dal 51,8% al 49,6%) e Twitter (dal 20,1% al 17,2%). Colpisce la discesa di due piattaforme partite bene ma che nel tempo hanno arrestato la loro corsa: Telegram (passato dal 37,2% del 2022 al 26,3%) e Snapchat (dal 23,3% all’11,4%). 

La spesa delle famiglie premia gli smartphone 

L’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici tra il 2007 e il 2022 evidenzia come la spesa per l’acquisto di telefoni ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom. Quella dedicata all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori ha conosciuto un rialzo rilevantissimo (+215,8%), mentre i servizi di telefonia e traffico dati hanno conosciuto un assestamento verso il basso per effetto di un radicale riequilibrio tariffario (-26,9%, per un valore comunque prossimo a 13,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell’ultimo anno) e, infine, la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo: complessivamente -38,2%. 

Intelligenza Artificiale, il futuro è incerto 

 Dell’Intelligenza Artificiale si parla molto, soprattutto per gli effetti che potrà avere nel futuro. Infatti, il 74,0% degli italiani ritiene che i suoi sviluppi siano al momento imprevedibili. Tra gli ottimisti, il 73,2% pensa che le macchine non potranno mai sviluppare una vera forma di intelligenza come gli umani, tra i pessimisti si colloca il 63,9% che teme che sarà la fine dell’empatia umana.  

Il politically correct piace, ma solo online 

L’attenzione al modo in cui deve essere usato il linguaggio per evitare di creare disagio alle persone ha portato alla nascita del politically correct. Il 76,9% della popolazione è favorevole a una regolamentazione del linguaggio dei media quando si parla dell’aspetto fisico delle persone, il 74,0% nel caso di differenze religiose e di genere, il 73,7% quando si tratta di orientamento sessuale, il 72,6% se è coinvolta l’identità di genere, il 72,5% in rapporto alle differenze etniche e culturali. Inoltre, per il 75,8% della popolazione i media non dovrebbero mai usare espressioni che da alcune categorie di persone possono essere ritenute offensive o discriminatorie. Ben diversa la situazione quando si esce dal mondo dei media e si passa alla vita quotidiana: il 69,3% degli italiani risulta infastidito dal fatto che ci sia sempre qualcuno che si offende se si pronuncia qualche frase ritenuta inopportuna.

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