• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play

Digital Payments

Riccardo Porta
a cura di Riccardo Porta

Oltre 15 anni di advertising. Poi entra nel mondo dei pagamenti. Colleghi e amici lo guardano male: ma sei pazzo? I pagamenti? Le Banche? Riccardo ci offrirà una chiave di lettura diversa su un settore che poco ha a che fare con l’advertising ma che ha sempre di più un’anima digitale

26/02/2019

Tuffiamoci nel mondo della tesoreria di Panini

Panini_logo.jpg

Su queste pagine parliamo di digitale, molto più legato alla parte di advertising e comunicazione. Ho lavorato per 15 anni nell’adv online e quasi mi sento un “traditore” nel mettere il naso fuori da suo perimetro. Eppure anche i pagamenti sono diventati, per utilizzare un termine anche fin troppo abusato, dei "touch point" importanti nel mondo digitale. E i tesorieri, i CFO o i finance manager che sto conoscendo grazie alla mia nuova carica professionale mi colpiscono positivamente ad ogni incontro. Per intenderci, non sono quei vecchi bacucchi che non capiscono niente e che dicono di “no” ad ogni richiesta di budget. Chi svolge con passione e professionalità il proprio ruolo in un settore che, per “noi” del digital è poco attrattivo perché ritenuto poco creativo, ha invece molto da raccontare e da insegnare. A chi mi legge consiglio un confronto più serrato con la parte finance. Lo scambio di idee e di informazioni è alla base del successo di ogni attività imprenditoriale. Ed è qualcosa davvero “trasversale” a tutte le funzioni aziendali. Oggi parliamo con Fabrizio Masinelli, Group Treasurer di Panini. Panini è un brand storico e sicuramente nel cuore della maggior parte di noi. Chi non ha mai fatto una collezione di figurine? Chi non ha mai aperto un pacchetto inveendo per l’ennesimo doppione da dover rifilare ai compagni? Una realtà con tanta storia e con un bel futuro davanti. Un’azienda di cui parliamo spesso anche su Engage, a gennaio abbiamo riportato ad esempio lo spot tv “La fabbrica delle figurine”, pianificato da Havas Media, che vedeva i protagonisti i figli dei dipendenti dell’azienda. Fabrizio però non è un markettaro. Non è un legato all’adv sebbene ne padroneggi le logiche. E’ un Group Treasurer. “Che cos’è?” – ti starai chiedendo. Stai tranquillo, non è contagioso. Scopriamolo, perché di solo adv non vive il mondo. Buongiorno Fabrizio, ci racconta il suo percorso professionale? Come è arrivato a ricoprire questa carica in Panini? Il mio percorso in Panini non è un percorso “consueto”. Sono entrato in azienda più di 29 anni fa come prima esperienza e lavorativa. Da subito ho lavorato in quella che al tempo era già considerata la tesoreria (anche se era più una contabilità bancaria). Con l’evoluzione dell’importanza dell’area e anche dell’esperienza maturata la posizione si è sempre più reso necessaria una crescita anche professionale che, con l’avvicendarsi delle posizioni, mi ha portato a ricoprire il ruolo di tesoriere di gruppo, ruolo che attualmente ricopro. Lavora per una grande azienda. Siete uno di quei “giganti” ingessati in mille processi e procedure? Avverte un qualche cambiando dettato anche dal fatto di dover rispondere velocemente a cambiamenti e richieste di mercato? Siamo una grande azienda con dinamiche molto "corte". Abbiamo sempre cercato di evitare dispersioni di risorse (anche di tempo) nei processi. Non nascondo però che le procedure e l’analisi dei processi a mio avviso restituiscono il controllo di quanto accade attorno a noi e permettono un miglioramento costante. La mia opinione è che se non abbiamo procedura e controllo dei processi, diventa decisamente difficile cercare di migliorarsi e trovare stimoli per farlo; unica prerogativa è che tali processi e procedure non siano troppo stringenti - cosa che attualmente in questa società non accade. A proposito di mercati (geografici), quali sono i vostri principali? Come tutte le aziende multinazionali, abbiamo mercati dove si rende necessaria la presenza di nostre filiali (per un maggior controllo) e altri dove è abbastanza facile gestire il business direttamente dalla casa madre. Vendiamo in oltre 100 paesi ma possiamo considerare come aree geografiche principali: Europa, USA, Brasile. La tesoreria si sta evolvendo. Chi, come lei, ci lavora dentro, non è più solo una figura legata alle “entrate e uscite”, al “conto economico”, al “bilancio”, alle “previsioni”, ai “flussi finanziari”. Le competenze dei finance manger si stanno evolvendo e, ad oggi, ne ho incontrati tanti seduti allo stesso tavolo del marketing e/o di direttori commerciali. Qual’è la sua esperienza? Avverte una sorta di “contaminazione” tra le funzioni aziendali? Assolutamente sì, già da anni si sta avvertendo una collaborazione sempre più forte e non si potrebbe pensare diversamente. Tutto il business di qualsiasi azienda prima o poi passa da una manifestazione finanziaria (acquisti, vendite, stipendi, contributi, fidejussioni, contratti di appalto, etc), quindi dobbiamo pensare che non è pensabile una società dove la tesoreria sia relegata a semplice contabilità bancaria: prima o poi paghiamo o incassiamo e non possiamo dimenticare che il vero valore di una aziende è la quantità di free cash flow in grado di generare. Un passo indietro. Ci aiuti a capire che cosa fa un tesoriere all’interno di una azienda. E ce lo descriva nel modo più affascinante possibile. Un tesoriere è semplicemente l’anello di congiunzione tra tutte quelle attività definite economiche, strategiche di marketing o semplicemente di attività aziendale, e la loro manifestazione finanziaria. In altre parole, il tesoriere ha la responsabilità di mettere a disposizione dell’azienda tutte le risorse necessarie per poter svolgere l’attività imprenditoriale. La parte forse più affascinante è che spesso tutta questa attività arriva a valle di un continuo processo di aggiornamento, conoscenza dei servizi e dei metodi… solo alla fine si hanno le competenze per poter prendere una decisione, per condividerle con la direzione e completare il compito che si ha. Quanto è “digitale” il team in cui lavora? Come è organizzato il suo lavoro? Quali sono le innovazioni di processo che può condividere con noi? Il team di Tesoreria deve inevitabilmente essere digitale in quanto la mole di lavoro non permette di accettare fasce di compiti “analogiche“. I tempi si restringono, le esigenze di dilatano e quindi l’apporto alla digitalizzazione è essenziale per poter ritagliare abbastanza tempo per usare le proprie qualità personali. La crescita della tesoreria negli anni è passata attraverso tutta una serie di innovazioni che hanno sempre coinvolto questa area. E-Commerce, sistemi telematici di comunicazione, trasferimento di flussi di pagamento o di incasso…. Dobbiamo essere digitali altrimenti corriamo il rischio di non fare bene la nostra professione. Ci racconta una curiosità su Panini che forse in molti non sanno? Ce ne sarebbero tante ma forse la prima che mi viene in mente è una curiosità legata al nostro simbolo più conosciuto: la rovesciata di Carlo Parola. Molti pensano che si tratti di un gesto atletico simile a quelli che Cristiano Ronaldo ha fatto numerose volte nei nostri tempi. Forse pochi invece sanno che in realtà si tratta di una “spazzata difensiva“ per liberare l’area non proprio così in alto… il fotografo che la immortalò era in una buca dietro la porta. Quando la sua azienda si trova a dover selezionare un fornitore, quali sono gli aspetti che privilegia? Privilegiamo il rapporto umano: alcune parti del lavoro non possono essere completamente “digitalizzate”: condividere tematiche, discussioni, e linee di comportamento richiedono, spesso, ancora strette di mano e incontri personali. E meno male. Curiosità: ma i budget che vengono approvati e destinati al digitale (anche se ormai distinguere che cosa sia digitale e cosa no è forse una forzatura) passano anche dalla sua scrivania? No, questo è un tema riservato ad altri reparti specifici. Alla tesoreria spetta il compito di trasformare tutti i flussi di budget in flussi previsionali finanziari. Come rimane informato/formato? Frequenta degli eventi o fiere di settore (finance o digital). Se sì, quali? Sono passati molti anni e, all’inizio, la fonte di crescita in termini di formazione e informazione erano i corsi di aggiornamento. Da diversi anni invece la prima fonte di formazione sono i convegni ma soprattutto il network. Condividere tematiche ascoltando un relatore che parla di un caso aziendale sviluppa idee e stimola a ragionamenti con potenziali cambiamenti nel modo di lavorare. Lo scambio di idee, opinioni e modalità di applicazione delle conoscenza, con altri colleghi del settore ci aiuta a capire se quanto stiamo facendo è davvero utile o se è davvero il massimo che possiamo fare. Non mi mandi a quel paese ma ho un’altra curiosità, anzi due: lei ha mai fatto un album Panini? E… i dipendenti hanno degli sconti per comperare le figurine? L’album Panini ha accompagnato la crescita di tutta la mia generazione e, mi permetta di dire, anche lo sviluppo del modo di interagire con i ragazzi della nostra età - cosa che spesso non si può dire delle attuali generazioni. Sono passati diversi anni ma anche ora che sono diventato “grande“, subisco il fascino di aprire un pacchetto di bustine! I nostri dipendenti hanno delle agevolazioni per l’acquisto delle figurine: è anche un modo per far sentire ancora più vicini i colleghi e renderli partecipi di quanto si sta facendo tutti insieme. Pensando ai pagamenti digitali: quali sono le caratteristiche principali che dovrebbero avere? In estrema sintesi, ogni pagamento dovrebbe essere:

  • Tracciabile: ogni informazione deve essere certa e univoca.
  • Riconciliabile: tutto quello che avviene online deve poi trovare corrispondenza sugli estratti conto.
Sembrano delle banalità ma per chi opera anche a livello “omnichannel”, questo tipo di informazioni valgono molto. Che cos’è il fintech per lei? Se ne parla in azienda? Il fintech è tutto quanto ci circonda. Non possiamo limitare il fintech a quanto sta intervenendo sul mercato ora – il Fintech esisteva 20 anni fa ed era semplicemente l’utilizzo dei sistemi di Tesoreria. Poi questi si sono agganciati ai sistemi di Home Banking e successivamente sono arrivati i sistemi di collegamento extra bancario. È sempre stato fintech, solo con sfaccettature differenti. Ovviamente si parla di Fintech in azienda, ma bisogna sempre fare estrema attenzione distinguere tra quello che è effettivamente innovazione... e quello che è “mascherato" come tale. Come pensa possa evolvere la sua professionalità nei prossimi 10 anni? Se avessi dovuto rispondere a questa domanda 10 anni fa avrei detto: semplicemente mantenendomi aggiornato. Ora, invece, considerando i passi da gigante che tutti i “player “ anche digitali stanno facendo e le opportunità che continuamente si affacciano al mercato rispondo: cercando di proporre a chi deve seguire la tesoreria, nuove soluzioni ed esigenze: sono sicuro che qualcuno prima o poi potrà seguirmi e permettermi di far evolvere il ruolo del tesoriere. Da ultimo: convinca uno studente, un universitario a intraprendere la sua professione: Non è molto facile provare a convincere uno studente universitario a intraprendere questa posizione. Chi fa tesoreria, infatti, generalmente nasce come amministrativo ed è arrivato a questa area per passione e per interessa sul tema. Sostituire questa posizione per una azienda è complicato perché sostanzialmente ha due strade: sostituirla con una risorsa interna da far crescere (con il tempo) oppure procurarsi una risorsa esterna già almeno parzialmente formata. Facciamo però una domanda allo “studente “: esiste una formazione esterna specialistica per la Tesoreria?