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15/06/2021
di Caterina Varpi

L'ecommerce B2B in Italia vale 406 miliardi di euro nel 2020, a -1%

Il 38,5% delle imprese investirà nel digital B2B nel 2022

Riccardo Mangiaracina

Riccardo Mangiaracina

Se l'ecommerce B2C in Italia è cresciuto del 3,4% nel corso dello scorso anno, secondo i numeri rilasciati durante l'ultimo Netcomm Forum, per l'Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano anche il commercio elettronico B2B ha retto l'urto del Covid-19.


Leggi anche: L’ECOMMERCE B2C ITALIANO CRESCE DEL 3,4% NEL 2020 PER UN VALORE DI 32,4 MILIARDI DI EURO


Gli obblighi normativi e gli effetti della pandemia hanno allargato il divario fra le aziende già digitalizzate, che nel 2020 hanno avuto un fatturato stabile o in crescita, e le imprese tradizionali, che hanno faticato a garantire continuità operativa alle proprie attività. Per quasi la metà delle imprese italiane la crisi sanitaria ha dato un forte impulso alla digitalizzazione dei processi B2b, circa una su cinque ha investito in soluzioni digitali e il 38,5% prevede di introdurre entro i prossimi due anni strumenti per il Digital B2b, fra cui emergono le soluzioni per l’automazione dei processi (16%), Blockchain e Artificial Intelligence (13,8%) e strumenti per monitorare la supply chain (13,1%).

La fatturazione elettronica ha frenato durante il primo lockdown, quando il numero delle fatture digitali è crollato del 15%, ma ha recuperato chiudendo il 2020 con 2 miliardi di fatture, solo il 4% in meno rispetto al 2019. 

L’eCommerce B2b – il valore degli ordini scambiati tramite strumenti digitali fra imprese italiane – ha retto l’urto della pandemia raggiungendo un valore di 406 miliardi di euro. In un anno in cui le transazioni B2b si sono ridotte del 6%, l’eCommerce ha segnato solo un -1% e ha aumentato dell’1% rispetto al 2019 la sua incidenza sul totale degli scambi B2b (2.500 miliardi di euro), che è passata dal 19% al 20%. Il largo consumo, l’automotive e il farmaceutico sono i settori più digitalizzati. Le transazioni digitali fra aziende italiane ed estere valgono invece 127 miliardi di euro (-5%), il 29% del transato estero B2b (434 miliardi), con l’automotive come primo settore, seguito da tessile-abbigliamento e meccanica.

“Le imprese che avevano vissuto gli adempimenti normativi come opportunità per digitalizzare i propri processi hanno saputo fronteggiare meglio la situazione di emergenza che, anche in ambito B2b, ha avuto impatti importanti – afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Digital B2b -. Ha innanzitutto accelerato il processo di avvicinamento delle aziende ai propri clienti riducendo la distanza tra livelli successivi della supply chain, ha promosso un miglior utilizzo dei dati e una maggiore automazione dei processi e ha amplificato la necessità di sviluppare processi maggiormente collaborativi. Questa evoluzione non si è tradotta in una crescita dell’eCommerce B2b nel 2020, ma è cambiata la percezione di persone e imprese verso l’innovazione e molto probabilmente nei prossimi anni assisteremo a una forte crescita della pervasività degli strumenti digitali nei processi aziendali”.

“L’emergenza sanitaria ha evidenziato l’importanza del digitale per garantire continuità di business e restare competitivi sul mercato – afferma Paola Olivares, Direttore dell’Osservatorio Digital B2b -. Ma ha sottolineato anche che le iniziative avviate solo in risposta all’emergenza o solo per singole attività o processi non hanno impatti sulle performance economiche di breve periodo. Una piena trasformazione digitale richiede infatti tempo e una profonda revisione dei processi”.

La digitalizzazione dei processi B2b

Per il 48,6% delle imprese italiane l’emergenza ha spinto i progetti di digitalizzazione dei processi B2b. Quasi una su quattro, il 23,8%, ha sentito la necessità di investire in soluzioni digitali, in particolare per la gestione della firma (6,8%), per la digitalizzazione dei processi interni (6,2%) e per la conservazione dei documenti (5,5%). Il 18,4% ha attivato iniziative di digitalizzazione già nel corso del 2020, soprattutto per l’introduzione di firme digitali (7,3%), di strumenti per lo scambio di documenti elettronici (6%), di software a supporto dei processi interni (5,4%) e di tool per la conservazione digitale (3,5%). Nei prossimi due anni il 38,5% delle imprese prevede di investire in strumenti per digitalizzare i processi B2b.

Il PNRR rappresenta una grande opportunità per realizzare questi investimenti: il 21% dei 191,5 miliardi messi a disposizione dell’Italia è dedicato alla digitalizzazione della PA, delle imprese e dei comparti turismo e cultura. Le imprese beneficeranno di 30,57 miliardi di euro che possono costituire un contributo fondamentale all’ammodernamento tecnologico del nostro tessuto industriale. La sfida dei prossimi anni sarà sviluppare progetti in grado di valorizzare al meglio questo tesoretto.

Le tecnologie per l’eCommerce B2b

Sono 19mila le imprese che nel 2020 hanno utilizzato l’EDI per scambiarsi i principali documenti del ciclo dell’ordine, senza variazioni significative rispetto al 2019. Crescono invece del 5% i documenti scambiati che includono fatture, ordini, conferme d’ordine e avvisi di spedizione. Cresce sempre più l’interesse verso i Marketplace B2b che, già pervasivi nel B2c, iniziano a essere molto utilizzati anche per le relazioni tra imprese. Il transato realizzato tramite queste piattaforme è infatti cresciuto del 67% tra il 2019 e il 2020. Si prevede un utilizzo sempre più massiccio grazie alla facilità di utilizzo e alla possibilità di connessione diretta tra gli attori della filiera.

La tecnologia che sta attirando più interesse da parte delle aziende è l’Artificial Intelligence, protagonista di 120 progetti a livello internazionale, di cui il 58% già operativo, a testimonianza di una crescente maturità delle iniziative e una maggiore consapevolezza sull’uso di questa tecnologia nelle imprese. Le soluzioni di AI trovano applicazione soprattutto nei processi di pianificazione, rifornimento e monitoraggio della supply chain (48%), poi vengono le applicazioni trasversali a più processi (45%) e come supporto al ciclo dell’ordine (7%).

Meno mature, invece, le soluzioni di Blockchain applicata alla supply chain. 

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