• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play
21/02/2019
di Alessandra La Rosa

YouTube corre ai ripari per un nuovo caso brand safety. Intanto Nestlé, Disney e McDonald’s lasciano la piattaforma

Dopo un nuovo scandalo legato a filmati con minori, diverse aziende hanno annunciato di aver sospeso la pubblicità sull'app. Che intanto avvia una roadmap per fronteggiare il problema

All'indomani dello scoppio di un nuovo scandalo brand safety su YouTube, svariati big spender decidono di sospendere le loro pianificazioni sulla piattaforma video. Tutto è cominciato pochi giorni fa, quando un creator di YouTube, Matt Watson, ha postato un video sull'app in cui descriveva come i pedofili riuscivano a manipolare l'algoritmo di raccomandazione della piattaforma per reindirizzare una ricerca per video di "bikini haul" (una tipologia di filmati in cui ragazze indossano bikini appena acquistati) con donne maggiorenni a filmati con bambini. Alcuni video normalmente innocui, inoltre, presentavano commenti inappropriati, incluso il timestamp che catturava momenti in cui i minorenni erano in posizioni compromettenti. YouTube è corsa, naturalmente, subito ai ripari. Un portavoce dell'app ha dichiarato: "Ogni contenuto, commenti inclusi, che mette a rischio minori è aberrante e noi abbiamo politiche chiare che lo proibiscono su YouTube. Abbiamo agito immediatamente cancellando account e canali, riportando l'attività illegale alle autorità e disabilitando i commenti" su milioni di video che includono minori. Ma "c'è ancora molto da fare, e stiamo continuando a lavorare per migliorare tutto questo ed individuare gli abusi più velocemente". Ma intanto la questione ha colpito anche i brand. Perché proprio quei contenuti ospitavano pubblicità. E quindi è scattato un nuovo caso brand safety. Con, come già due anni fa, svariate aziende che hanno deciso di sospendere i propri investimenti su YouTube. Tra queste ci sono Nestlé, Epic (produttore del popolare gioco Fortnite), Disney, McDonald’s, AT&T, Hasbro, Purina e Canada Goose. C'è da dire che, due anni fa, quando è scoppiato il primo caso brand safety su YouTube, diversi marchi avevano abbandonato l'app, salvo poi tornare poco dopo. Ed anche stavolta, in molti casi, non è un reale addio quello delle suddette aziende, quanto piuttosto una "pausa di riflessione", in attesa che YouTube prenda provvedimenti. E YouTube pare stia prendendo sul serio la faccenda. La piattaforma ha organizzato una conference call con i rappresentanti di numerosi inserzionisti e delle maggiori holding pubblicitarie, evidenziando quale sarà la sua roadmap a breve e lungo termine per gestire e risolvere il problema. Le mosse, che vanno dall'eliminazione di 4,3 milioni di video e 3,7 milioni di commenti in contenuti considerati "sensibili" ad azioni su ricerche e commenti, coinvolgeranno anche la pubblicità, con una revisione di linee guida e funzioni di controllo.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI