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11/09/2018
di Alessandra La Rosa

Facebook, più visibilità ai brand su dove vengono erogate le campagne

Il social network annuncia una novità con cui punta a garantire una maggiore brand safety ai suoi inserzionisti. Coinvolti gli spazi adv degli Instant Articles e quelli dei video in-stream

Da oggi gli inserzionisti su Facebook avranno uno strumento in più a sostegno della loro brand safety. Il social network di Zuckerberg ha annunciato infatti che le aziende avranno ora visibilità su quali editori potranno ospitare - o hanno ospitato - i loro annunci su inventory in-stream, incluse quelle di Watch, e sugli Instant Articles. Tale visibilità sarà possibile prima, durante e dopo l'erogazione di una campagna, grazie alla nuova possibilità per i brand di accedere sia alle liste complete degli editori che aderiscono dell'Audience Network, sia a nuovi report di erogazione delle campagne, come spiega Facebook in un blog post. In questo modo, essi saranno in grado di bloccare specifici editori o categorie di contenuto in cui non vogliono che le loro campagne siano presenti. Gli inserzionisti erano già in grado di avere visibilità su dove i loro annunci potevano e venivano erogati all'interno dell'Audience Network. L'annuncio di oggi estende di fatto questa capacità a tutti i posizionamenti contestuali all'interno degli Instant Articles e delle inventory video in-stream, incluse quelle di Watch. Sulla questione brand safety, le grandi piattaforme internet negli ultimi tempi si sono rivelate particolarmente attente, dopo gli scandali scoppiati lo scorso anno quando alcune grandi aziende hanno inconsapevolmente trovato i loro spot ospitati accanto a contenuti presi di mira da pedofili, o inneggianti terrorismo e violenza. L'annuncio di oggi è un'ulteriore prova dell'intenzione di Facebook di offrire un'ambiente più sicuro per i propri inserzionisti. Ma la strada verso la completa sicurezza è ancora lunga. Ad esempio, le aziende possono avere a disposizione al momento solo le liste degli editori, ma non quelle di specifici URL, articoli o video. Ed è a loro che viene data la responsabilità di creare degli ambienti "sicuri" per le loro inserzioni, attraverso una soluzione, quella delle blacklist, che si basa per lo più su processi manuali, che richiedono continui aggiornamenti e messe a punto.

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