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A cura di

09/04/2019
di engage

Podcast: genesi di un fenomeno tutt'altro che passeggero

Podcast è una parola sempre più diffusa tra gli addetti ai lavori. Ma anche tra i non addetti ai lavori si sente sempre più spesso parlare di ‘podcast’ e ‘podcasting’. Che cosa vuol dire ‘podcast’, come funziona e come è possibile farci un business?

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Per spiegare cosa sia un podcast ad un cliente, ad un collega, ad un editore, ma anche semplicemente a mia zia, solitamente uso un esempio molto anacronistico. Farò lo stesso esempio anche in questa sede. Provate a seguirmi. Negli anni ’80, quando ancora internet non esisteva, io ascoltavo già i miei primi podcast. L’apparecchio che mi consentiva l’ascolto dei miei podcast era un mangiadischi colorato e molto essenziale, si chiamava Penny. I podcast erano su dischi in vinile e cominciavano sempre con una sigla, sempre la stessa, che diceva qualcosa tipo “A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar. Venite con me nel mio mondo fatato per sognar…”. Oggi Penny, il mangiadischi, è un pezzo vintage da mercatino, cosí come i 45 giri delle ‘Fiabe Sonore’, eppure, vi garantisco per il tipo di contenuto e per il tipo di utilizzo che ne veniva fatto è realmente possibile una similitudine tra quelle fiabe ed i moderni podcast. Definiamo infatti podcast un contenuto audio disponibile on demand. La stessa parola podcast nasce dall’unione di “Personal On Demand” e “Broadcast”. All’inizio per podcast s’intendeva soltanto una trasmissione su web, su richiesta, di contenuti precedentemente trasmessi in radio. Poi Apple ne ha intuito il potenziale e ha deciso d’investire nel settore – inserendo tra le funzionalità dell’iPod la voce di menù dedicata al podcasting e rimpinguando l’offerta del proprio store con numerosi podcast gratuiti. I primi podcast in America risalgono al 2004. In Italia il fenomeno podcast è ancora agli albori, benchè, secondo una ricerca condotta da Nielsen nello scorso mese di Novembre, il 52% degli italiani maggiorenni si sta avvicinando a questo segmento e ne è incuriosito ed ha ascoltato almeno un podcast in un anno; il 34% ne ha una conoscenza approfondita ed il 14% ne è un fruitore abituale. Sempre leggendo i dati diffusi dalla ricerca dalla Nielsen, tra il 2015 ed la fine del 2018 gli ascoltatori di podcast sono più che triplicati. Provando a guardare oltre oceano, negli Stati Uniti, dove il mercato dei podcast è molto più maturo, una ricerca condotta da Edison Research ci dice che più di un Americano su 4 ascolta Podcast su base mensile e, mediamente, ne ascolta sette alla settimana; che il 70% degli ascoltatori ascolta un contenuto per intero; che l’ascolto è principalmente via smartphone (primo driver di diffusione), in casa (e già emerge la rilevanza degli Smart Speaker) o in auto, mediante cellulare o dal cruscotto digitale delle connected cars. Ascolta “VoiceMax” su Spreaker. Un altro dato particolarmente significativo che si rileva dalla ricerca sulle abitudini di ascolto degli Americani è che di tutti gli ascoltatori di podcast, gli ascoltatori abituali sono il 33%, dato al di sopra del consumo di Radio tradizionale dove tra gli ascoltatori, quelli abituali, sono appena il 25%. Diventeremo divoratori di podcast anche in Italia? Ma soprattutto, il fenomeno podcast non crediate possa, per certi versi, assomigliare alla diffusione delle Radio Libere degli anni ’70?