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04/09/2018
di Alessandra La Rosa

Blockchain, ecco cosa frena le aziende ad utilizzarla di più

Se ne parla tanto, ma la blockchain è ancora poco utilizzata dalle aziende. Tra i motivi, la mancanza di regolamentazioni e le difficoltà di implementazione, secondo uno studio

Blockchain è sicuramente una delle parole chiave di quest'anno, anche nel mondo del marketing digitale. Ma si tratta solo di una moda passeggera o questa tecnologia avrà un reale impatto rivoluzionario nel mondo della pubblicità su internet? In molti se lo sono chiesto, e se forse è ancora presto per avere una risposta certa, pure è vero che la blockchain sta sempre più facendosi spazio all'interno dell'industria come possibile soluzione a una serie di criticità, come la trasparenza della filiera o le frodi. La stessa IAB ha messo in piedi un tavolo di lavoro per studiarne possibili utilizzi e testarne l'efficacia all'interno del mercato pubblicitario, da cui poi è stato realizzato un libro bianco. Resta però un fatto che, nonostante essa sia sulla bocca di tutti, non sono tante le società che hanno iniziato ad adottare la blockchain all'interno delle loro attività. Il motivo? Deloitte lo ha chiesto a oltre un migliaio di professionisti appartenenti a grosse aziende a livello globale, scoprendo che la principale barriera nell'utilizzo di questa tecnologia sta nella mancanza di regolamentazioni. Non mancano anche problemi di implementazione (37%) e preoccupazioni sul tema sicurezza (35%). La mancanza di una reale conoscenza della tecnologia lascia anche dubbi sulla sua effettiva capacità di influire sul ritorno degli investimenti (33%). Indipendentemente da questi ostacoli, comunque, resta di fatto che per quasi la metà degli intervistati (il 43%), la blockchain rappresenta una delle "5 principali priorità strategiche", e il 45% sarebbe propenso a partecipare a un consorzio dedicato. Realtà di questo tipo già esistono sul mercato, come quello creato all'inizio di quest'anno da una trentina di operatori, tra cui comScore, GroupM, IAB Tech Lab, IBM, IPG Media Brands, Integral Ad Science e Publicis.

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