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03/07/2019
di Andrea Salvadori

Mediaset: torna la Champions, ci riprova con "Adrian" e lancia United Music

Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi concentra gli investimenti sulla tv generalista con un aumento delle autoproduzioni. Pubblicità in linea per l'offerta digitale, mentre la radio è in crescita del 5,5%

In attesa degli sviluppi del progetto europeo, Mediaset si assicura i diritti per la migliore partita del mercoledì della Champions League, continua a puntare sulla televisione generalista con un aumento delle produzioni originali e vede crescere la sua quota in un mercato della pubblicità in difficoltà. Pier Silvio Berlusconi ha dunque ufficializzato, aprendo la conferenza per la presentazione dei palinsesti svoltasi a Santa Margherita Ligure, l’accordo con Sky che permetterà a Canale 5 di trasmettere in chiaro una partita della Champions League («la sceglieremo noi, avremo il first pick», ha precisato l’a.d.). «L’accordo è biennale e ci garantisce anche la trasmissione degli highlights delle altre partite. Siamo convinti dell’investimento fatto, che è molto più basso delle cifre che ho letto sui giornali (50 milioni di euro, ndr). Il tutto ci garantirà dei buoni margini, come avvenuto nel 2018 con i Mondiali giocati in Russia». L'assegno staccato da Mediaset oscillerebbe tra i 42 e i 45 milioni di euro. Al centro delle strategie rimane dunque la televisione generalista, «perché, nonostante la crescita dei giganti del web, non morirà mai e resterà importante per milioni di spettatori e per gli investimenti pubblicitari delle aziende». Al cui fianco, chiusa l’esperienza della pay tv, Mediaset ha messo a punto un’offerta digitale che verte da un lato sul servizio a pagamento Infinity, dall’altro sulla offerta gratuita Mediaset Play. Due proposte che dovrebbero presto aggregarsi in un’unica realtà con un modello di business in parte gratuito e in parte a pagamento, un po’ come avviene con il paywall dei quotidiani. Aumenta l’impegno sul fronte produttivo, ha aggiunto Marco Paolini, direttore generale delle reti Mediaset, «le serate di autoproduzione passeranno dalle 109 della stagione appena terminata alle 144 del prossimo anno, con un incremento in particolare per Rete 4 e, a seguire, per Canale 5».

Le novità dei palinsesti

Tra le novità dei palinsesti, su Canale 5 arriveranno “Amici Vip”, versione celebrity del talent Amici, al via tra settembre e ottobre con produzione sempre di Fascino (ma non con la conduzione di Maria de Filippi), le sei puntate degli Eurogames, una riedizione dei Giochi senza Frontiere girata a Cinecittà World con la conduzione di Ilary Blasi e Alvin, e un nuovo preserale, “Conto alla rovescia”, condotto da Gerry Scotti. Ad ottobre, dopo il flop della scorsa stagione, “Adrian” tornerà in onda potendo contare sulla presenza fissa in studio di Adriano Celentano, «è giusto dare al suo prodotto una seconda chance, siamo fiduciosi pur conoscendo l’imprevedibilità di Adriano», ha detto Berlusconi. Su Italia 1 invece migrerà da Rete 4 “Freedom. Oltre Confine” di Roberto Giacobbo mentre debutteranno “Low Cost”, il nuovo programma di Pino e Amedeo, “Social”, una trasmissione di infotainment, l’edizione rivista e corretta de “La Pupa e il Secchione” e un nuovo programma di sfide tra comici di Diego Abatantuono. Soddisfazione per il nuovo corso di Rete 4 lanciato lo scorso anno, i cui programmi di punta vengono dunque tutti riconfermati.

MFE, interesse del gruppo portoghese Media Capital

Passando al piano di sviluppo internazionale, la holding olandese MediaforEurope (MFE), nella quale confluiranno Mediaset Italia, Mediaset Espana e la partecipazione del 9,6% in ProSiebenSat1, ha detto il Chief Financial Officer Marco Giordani, «sarà costituita probabilmente a dicembre e dovrebbe vedere nei ruoli di vertice Pier Silvio Berlusconi con i ruoli di ceo e chairman e Fedele Confalonieri con l’incarico di senior non executive director». «Siamo convinti che l’idea di dare vita alla casa della televisione europea vedrà presto l'adesione di altri broadcaster, perché unire le forze è oggi fondamentale per contrastare l’avanzata del giganti del web, a partire da Netflix. I colloqui sono in corso non a caso con tutti», ha precisato Berlusconi. A manifestare interesse all’operazione sarebbero state intanto nelle scorse settimane Media Capital, la società media portoghese controllata dal gruppo Prisa, così come il francese Nrj Group.

L'andamento della pubblicità e il peso crescente dell'addressable

Sul fronte pubblicitario, ha detto Stefano Sala, a.d. della concessionaria Publitalia, «dopo una prima parte dell’anno difficile, il mercato potrebbe chiudere il periodo che va da agosto a dicembre in linea con il risultato dello scorso anno, almeno secondo quello che ci stanno dicendo i clienti». In questo scenario di generale difficoltà, Mediaset «ha visto crescere nei primi 4 mesi dell’anno la sua quota del mercato pubblicitario italiano, analizzando il perimetro rilevato da Nielsen, dello 0,7% raggiungendo il 40%, nonostante il confronto per noi sia con un 2018 dove potevamo contare sul calcio pay e sulla Champions». Non considerando questi due eventi, «la pubblicità di Mediaset ha chiuso i quatto mesi a +0,6%. Le emittenti di Radio Mediaset vedono la raccolta crescere nei cinque mesi di circa il 5,5%, mentre internet, dopo aver chiuso il 2018 in aumento del 10% con un risultato superiore al mercato di riferimento, Ott compresi, è flat». Acquisisce sempre più importanza per Publitalia la componente addressable, «un servizio di cui usufruisce già il 10% dei nostri 1.000 clienti, un terzo dei quali oltretutto ha deciso di utilizzarla nuovamente dopo la prima esperienza». Le stesse logiche di targetizzazione dell’addressable, ha proseguito Sala, «le applichiamo all’offerta Mediaset Play, disponibile su tutti i device, smart tv comprese, sulle radio digitali con il progetto della Digital Audio e sulle property online di Mediaset e Mondadori» gestite da Mediamond. A settembre Radio Mediaset darà quindi il via al progetto United Music, «un’offerta di web radio basata su un flusso verticale di contenuti organizzati per generi, anni, artisti. Partiamo con 150 canali tematici di nostra produzione, abbiamo già più di 700.000 streaming e il modello di business è basato sulla pubblicità, inizialmente con uno spot di 10 secondi ogni tre brani». Il progetto prevede la collaborazione con artisti che realizzaranno canali web con le loro scelte musicali, da Bob Sinclar a Terence Trent D’Arby, e da diversi artisti italiani e internazionali che saranno presto comunicati. United Music sarà inoltre al centro di piano di sviluppo internazionale e sarà dunque lanciato presto in altri paesi europei.

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