Disney chiude i primi tre mesi dell’anno, il secondo trimestre del suo esercizio fiscale, con ricavi in calo del 13% a 15,6 miliardi di dollari, inferiori alle attese degli analisti. Migliorano le perdite operative, passate da 0,8 miliardi a 0,3 miliardi di dollari.
Sul business delle media company statunitense pesa soprattutto l’impatto della chiusura (o comunque della ridotta attività) dei parchi a tema della divisione Disney Parks, Exeperiences and Products, i cui ricavi sono scesi del 44% a 3,17 miliardi. Ma quello che ha destato maggior sorpresa è il numero di abbonati a Disney+, la piattaforma streaming lanciata nel 2019 che nei mesi della pandemia è diventato il principale motore del gruppo: i sottoscrittori degli abbonamenti sono stati oltre 103 milioni, un risultato non in linea con le aspettative di 110 milioni prospettate dal Consensus.
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Oltre ai 103 milioni di abbonati di Disney+, il gruppo può contare sui 41,6 milioni di sottoscrittori delle offerte di Hulu e i 13,8 milioni che hanno attivato un contrato di Espn+.
I ricavi dell’area Disney Media and Entertainment Distribution, pari a 12,44 miliardi di dollari, sono risultati stabili (+1%), mentre sono calati del 36% i ricavi dell’area Content Sales/Licensing (1,9 miliardi). Bene (+59%) i ricavi direct-to-consumer, a 3,99 miliardi di dollari.