Il mercato eCommerce pharma rappresenta una buona opportunità per brand e distribuzione, a patto di sviluppare i canali con un business model chiaro e una visione di medio periodo. Il settore del Farma Retail in Italia, infatti, ha mostrato un ritardo nell'adozione dei modelli di commercio elettronico, per motivazioni di natura normativa e per una certa inerzia di settore.
A parlare del tema è stato Guido Lucarelli, Founder & Ceo di B2x, nell’ambito della conferenza plenaria organizzata da Netcomm dedicata alla Digital Health durante la tavola rotonda “Il nuovo consumatore sempre connesso: l’impatto del digitale sulle modalità di informazione, prevenzione e assistenza”.
Nel suo intervento l’ing. Lucarelli ha illustrato le iniziative più interessanti che le aziende clienti stanno sviluppando in ottica omnicanale.
«Negli ultimi anni abbiamo osservato e assistito sostanzialmente tre tipologie di comportamenti: i brand che hanno costruito piattaforme informative, esse stesse poi divenute brand, con l’obiettivo di comunicare con gli utenti, informandoli in modo esteso relativamente a patologie, disturbi, cure. Questo è l’esempio di SapereSalute, marchio di Bayer, dove il focus principale è quello di informare e formare gli utenti. In questo ambito diversi brand, hanno poi messo a disposizione persone esperte che potessero fornire informazioni scientifiche attraverso i canali digitali, come se fosse un consulto. La seconda tipologia sono i brand che hanno puntato sul digitale sia per l’assistenza (ad. es. supporto all’aderenza alle terapie) sia per le vendite, per prodotti legati alla salute, come ad esempio gli integratori. Ne sono due casi, ad esempio, Nutricia, per tutta la linea di integratori dedicati a patologie senili, o Fater, che ha lanciato il brand Lines Specialist adottando il modello online per informare sui prodotti in modo completo, vendere direttamente, supportando ii canali tradizionali, con elevato contenuto di servizio (es. vendite telefoniche, prove gratuite, formule di abbonamento, gestione dell’iva agevolata)».
La terza tipologia, spiega Lucarelli: «Comprende i marchi che, come evoluzione dei punti precedenti, stanno integrando direttamente il retail di farmacia, fornendo servizi “drive to retail” volti a favorire il traffico in farmacia. Tra questi, c'è Comifar con Valore salute. Questo terzo e ultimo caso è quello che sta emergendo in modo più preponderante perché, al di là delle complessità operative, porta innumerevoli benefici in termini di fidelizzazione del cliente “Farmacia” (sempre il primo cliente per il brand) e un rapporto più moderno tra farmacista e utente, grazie al traffico generato dai brand, utilizzando la farmacia sempre più come consulente. Su questa tematica, noi che in Italia integriamo circa 3.000 farmacie italiane e l’80% in modo indiretto, osserviamo come tali fenomeni stiano portando i marchi a costruire sempre più partnership con le farmacie, anche in virtù dell’opportunità di integrare e importanti moli di dati provenienti dal retail al fine di supportare al meglio le vendite sia online che offline».
L’evento ha rappresentato un’occasione per dibattere sull’evoluzione digitale che sta trasformando il mondo dell’health, che in Italia ha mostrato un grave ritardo nell'adozione dei modelli di commercio elettronico, per motivazioni di natura normativa e per una certa inerzia di settore.