Un appuntamento con clienti, partner, amici ed esperti del settore. Un momento di incontro e di confronto sui grandi temi che animano il mondo della comunicazione. Un’occasione per approfondire e scoprire nuovi casi di studio. Così Acanto Comunicazione ha deciso di festeggiare i suoi trent’anni di attività.
L’evento, denominato Base30, si è svolto sabato 15 giugno presso la sede dell’agenzia di comunicazione pesarese fondata e guidata da Carlo Beccatti e Carlo Piazzesi, offrendo agli ospiti un ricco palinsesto di contributi autorevoli di creativi, esponenti di aziende inserzioniste, influencer, formatori e innovatori nell’ambito digitale.
L’obiettivo è stato analizzare, sotto diversi profili, l’evoluzione dell’industria della comunicazione negli ultimi anni, con particolare attenzione ai cambiamenti in atto, dovuti all’avvento del digitale, nella consumer journey e alla trasformazione degli eventi grazie alle nuove tecnologie.
I primi a prendere la parola, facendo gli onori di casa, sono stati Beccatti e Piazzesi, che hanno raccontato le diverse tappe della storia di Acanto, intervistati dal giornalista e conduttore tv Giorgio Tartaro: «Siamo partiti dalla fotografia, per poi intraprendere progetti in ambito industriale e nell'ambito della grafica di pubblica utilità. In seguito, ci siamo approcciati alla comunicazione di prodotto e al digitale. Un tempo le agenzie web e le agenzie di comunicazione erano realtà distinte, ciò portava il cliente in qualche modo a sdoppiarsi. Per questa ragione abbiamo pensato di integrarci, così da essere un referente unico per le aziende».
È stato poi il turno di Omar Vulpinari, Service Innovation Consultant, creativo di lungo corso con una lunga esperienza in Fabrica (Benetton), che si è soffermato sui mutamenti che hanno interessato il design della comunicazione, sia dal punto di vista artistico che progettuale: «Oggi il focus della comunicazione si è spostato sulle esperienze. Ciò significa che oggi essa non ha più solamente finalità di intrattenimento ma scopi sociali, ovvero farsi portatrice di cambiamenti positivi».
A illustrare il processo di rinnovamento di un’impresa del territorio è stato Andrea Mainetti, Fondatore e Ceo di PhotoSì, azienda specializzata nella stampa fotografica che, con l’ascesa del digitale e il declino dell’analogico, ha dovuto necessariamente riadattare il suo modello di business alle nuove esigenze del mercato.
L’intervento seguente è stato di Filippo Antoniello, Brand Manager di Arena Water Instinct, che ha fornito al pubblico una pratica lista di cose da fare e non fare per comunicare il proprio marchio al resto del mondo: «Mai iperspecializzarsi in un particolare ambito e mai vergognarsi di fare domande; altra cosa da non fare assolutamente è restare immobili. Bisogna invece essere perseveranti, raccontare storie e avere maggiore autostima: dobbiamo essere più sicuri della nostra italianità».
Con un’ironica presentazione che ha ripreso immagini e temi del cinema poliziottesco italiano degli anni ’70, Graziano Giacani, Ideatore del Brand Festival e Fondatore della Premiata Fonderia Creativa, ha condotto un’indagine figurata volta a scoprire il colpevole dell’uccisione dell’identità di marca, che può essere salvata e preservata solo «proteggendo i valori caratterizzanti dell’azienda, guardando al di fuori del proprio orto, e senza inseguire pedissequamente nuovi mercati, tendenze e tecnologie. Concentriamoci sulle esperienze che vogliamo offrire, con consapevolezza dei nostri tratti distintivi».
Daniele Lazzari, Co-fondatore della social live agency Johannes, ha invece mostrato al pubblico come l’utilizzo di tecnologie e installazioni possano consentire di creare esperienze uniche e multisensoriali, incrementando il coinvolgimento degli ospiti e la visibilità dei marchi sui social.
Una testimonianza dal mondo dell’influencer marketing è stata offerta da Sarah Araujo, Fondatrice e Direttrice Creativa di sposarmi.it, sito che si propone come punto di riferimento per le coppie che stanno pianificando il loro matrimonio, con consigli, approfondimenti, ispirazioni e un servizio di ecommerce in arrivo.
L’evento di Acanto si è chiuso, infine, con un intervento incentrato sulla missione emotiva e sociale della comunicazione, ad opera di Michelangelo Tagliaferri, Fondatore e Responsabile Scientifico dell’Accademia di Comunicazione di Milano: «Comunicare vuol dire mettere in comune, integrare, appianare le differenze. Questo è l’unico modo per comprendersi tra individui e costruire una società migliore».