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21/12/2021
di Teresa Nappi

Video Entertainment: il mercato in Italia supera gli 1,3 miliardi nel 2021. Raccolta adv a +11%

Secondo il PoliMi, gli italiani hanno speso poco più di 800 milioni di euro per fruire di contenuti premium quest'anno. La spesa pubblicitaria associata alla distribuzione dei video content raggiunge un valore di 510 milioni di euro

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Nell’ambito del mercato B2C dei contenuti digitali (Audio, Video, News & e-Book, Gaming), il segmento del Video Entertainment negli ultimi 12 mesi ha oltrepassato quota 1,3 miliardi di euro.

Lo attestano i dati resi noti dall’Osservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Milano.

In Italia, il mercato B2C dei contenuti digitali ha continuato a crescere anche nel 2021: sia dal punto di vista della spesa dei consumatori (la fruizione di contenuti - Audio, Video, News & e-Book, e Gaming - in abbonamento e/o in acquisto singolo sfiora i 3 miliardi di euro, +21% sul 2020), sia da quello degli investimenti in advertising sui contenuti e sulle piattaforme di distribuzione.


Leggi anche: DIGITAL CONTENT - NEL 2021 A +9% GLI INVESTIMENTI ADV SUI CONTENUTI E SULLE PIATTAFORME DI DISTRIBUZIONE


In questo scenario, il mercato del Video Entertainment – come detto – ha superato quota 1,3 miliardi di euro, e la sua componente principale è oggi rappresentata dalla spesa dei consumatori (61%), a differenza di qualche anno fa in cui la raccolta pubblicitaria era la prima fonte di remunerazione.

Si tratta di uno sviluppo che ha mutato profondamente la filiera produttiva e distributiva, aprendo a nuovi scenari competitivi.    

“In questi ultimi anni, come conseguenza dell’incremento dell’offerta e del consumo, la produzione e distribuzione digitale di contenuti audiovisivi d’intrattenimento si è radicalmente trasformata”, dichiara Samuele Fraternali, Direttore dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano.

“L’arena competitiva è oggi caratterizzata dalla compresenza di tanti attori di natura differente: dai broadcaster televisivi alle piattaforme OTT, dagli editori più tradizionali ai social media. Ne consegue un contesto eterogeneo di modelli di business (transazionali e adv-based), di tipologia di contenuti (televisivi e non) e di modalità di fruizione (lineare e on-demand, in streaming o in download) che permette al consumatore italiano di muoversi in un ambiente ricco e variegato, potendo scegliere e controllare i contenuti video di cui fruire”, aggiunge ancora Fraternali.

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