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di Andrea Salvadori

Radio, la pubblicità continua a crescere. Gli editori alla sfida del digitale

Il punto sull'andamento e le prospettive del mezzo a Radiocompass, l'evento organizzato da Mindshare e Fcp-Assoradio giunto alla quarta edizione

La radio italiana continua a incrementare il suo giro d’affari e si interroga sull’impatto che le nuove tecnologie avranno sul suo business, a partire dagli smart speaker. Le emittenti italiane hanno archiviato il 2018, ha annunciato Roberto Binaghi, chairman e ceo di Mindshare aprendo i lavori della quarta edizione di Radiocompass, l'evento organizzato dal centro media di GroupM e Fcp-Assoradio, «con un numero di ascoltatori stabili, un incremento del tempo speso sul mezzo, la leadership come reach sul target commerciale e, quindi, con una raccolta pubblicitaria di oltre 360 milioni di euro in crescita del 5,5%», un risultato quest’ultimo tra l’altro migliore rispetto all’incremento del 3% previsto a inizio 2018 da FCP-Assoradio. «Negli ultimi cinque anni la radio ha dimostrato di essere un media in ottima salute con una crescita del 23% dei ricavi pubblicitari, seconda solo al +43% messo a segno dal web, potendo contare su un ottimo rapporto tra audience e prezzo e lavorando molto bene nell'ultimo miglio, nella fase che incide direttamente sugli acquisti». La radio, «un mezzo di cui si è decretata troppo presto la fine sia con l’avvento della televisione, sia con l’esplosione del digitale, ha dimostrato in realtà di saper resistere ai cambiamenti mediali e di rimanere centrale nella vita della popolazione». Anche grazie alla sua capacità di dialogare con i nuovi media. «Radio e internet sono complementari non solo in termini di profilo di fruitore, ma anche e soprattutto in termini di fruizione. Chi naviga sul web è infatti molto più radiofonico della popolazione offline». Gli editori e le concessionarie del comparto guardano ora con grande attenzione agli sviluppi tecnologici che stanno investendo il settore, «a quei nuovi device che potranno garantire al mezzo un ulteriore incremento degli ascolti», ha aggiunto Fausto Amorese, presidente Fcp-Assoradio. Tanto che presto «più che di mercato della radio si parlerà di mercato dell’ascolto», ha aggiunto Alberto Mattiello, future thinking director di J. Walter Thompson, riferendosi al successo di Spotify, dei podcast e al boom degli smart speaker, da Google Home ad Amazon Echo. «Questi device si stanno diffondendo rapidamente e nel giro di un paio d’anni saranno nelle case di tutti noi, anche grazie all’avvento del 5G. Negli Stati Uniti li possiede già il 20% della popolazione. Gli assistenti vocali infatti non sono un prodotto di nicchia, sono mainstream, li utilizzano tutte le generazioni». Una delle sfide più impellenti che devono affrontare le agenzie è dunque capire «quali possono essere le modalità per sfruttare un mezzo attivo come lo smart speaker per la comunicazione dei brand». In Italia gli editori della radio si sono sono già mossi e si apprestano a dare il via alla società Radio Player Italia, probabilmente già a febbraio, ha annunciato Massimiliano Montefusco, general manager di Rds. «Radio Player Italia sarà titolare di una piattaforma proprietaria che permetterà di ascoltare le emittenti in streaming sui nuovi device, ad esempio tramite le dashboard delle auto connesse e gli smart speaker. Grazie a questo servizio, gli editori avranno il controllo sia del contenuto trasmesso, sia della raccolta pubblicitaria, mentre questo non accade invece con aggregatori come l’applicazione TuneIn». Il momento positivo del settore incide naturalmente sui bilanci di fine anno delle emittenti e delle concessionarie. Rds, ha aggiunto Montefusco, «ha registrato una crescita della raccolta superiore a quella del mercato, grazie in particolare alle iniziative speciali e al circuito Rds 100% Special Radio. Questo network conta oggi 21 emittenti locali e presto ne accoglierà altre tre, aumentando così la sua presenza sul territorio». Anche Radio 24, l'emittente di cui ci occupa per la pubblicità System, la concessionaria di Gruppo 24 Ore guidata da Federico Silvestri, «ha posto fine al 2018 con un incremento più alto rispetto a quello del mercato», ha detto il direttore commerciale radio Fausto Amorese. «Sono andati particolarmente bene gli ultimi mesi dell'anno, grazie agli investimenti delle società che si occupano di fatturazione elettronica e alle campagne delle banche a sostegno dell'evoluzione dell'offerta verso il mondo dei servizi assicurativi». Rai Pubblicità, ha dichiarato Francesco Barbarani, direttore Area Radio, Digital e Cinema, «dopo un primo semestre più difficile, ha ottenuto risultati brillanti nella seconda parte dell'anno, grazie in particolare al tour estivo di Radio2, all'avvio degli spot su Isoradio e ad una crescita a doppia cifra delle iniziative speciali». Nel corso della mattinata, Federica Setti, Chief Research Officer GroupM, e Antonello D’Elia, Consulting manager GroupM, hanno svelato gli otto cluster in cui è stata suddivisa la popolazione italiana da GroupM grazie ai dati raccolti dalla Dmp proprietaria [m]Core. I diversi segmenti sono stati definiti in base alle loro caratteristiche descrittive, ai loro consumi e alle loro fruizioni mediali, con un focus su alcuni indicatori relativi all’esposizione, al comportamento e ai ruoli che il mezzo radiofonico assume per ciascuno di loro. Il giornalista Pierluigi Pardo e Marco Brusa, Managing Director GroupM Consulting, hanno quindi illustrato i risultati di cinque differenti campagne radiofoniche pianificate da aziende di settori differenti, mentre a chiudere i lavori è stata una tavola rotonda che ha visto protagonisti Enrico Mentana, Pierluigi Pardo, Virginia Robatto, Fabio Rovazzi, Marina Salamon, Bobo Vieri e Stefano Boeri.

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