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26/07/2018
di Teresa Nappi

Influencer: in crescita l'uso degli hashtag #ad e #adv. A giugno +45% dei post "trasparenti"

Secondo un'analisi di Buzzoole, negli ultimi 5 mesi sono stati 55.000 i post in italiano con gli hashtag che identificano un contenuto sponsorizzato. Ma l'Unione Nazionale Consumatori avverte "La strada è ancora lunga"

A un anno da quando l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha raccomandato a vip e influencer l’uso dei cosiddetti “hashtag della trasparenza”, e da che IAP ha deciso di rieditare la Digital Chart nella quale, oltre alla mappatura delle principali forme di comunicazione commerciale digitale, l’Istituto fornisce, per ciascuna di esse, indicazioni su come renderle trasparenti (leggi qui l’articolo dedicato), Buzzoole ha deciso di analizzare l’uso di due delle “etichette” più in voga per questo tipo di azione, nello specifico #ad e #adv. L’analisi è stata condotta dal 1° febbraio al 30 giugno 2018 su Instagram, Twitter e Facebook. Secondo l’analisi, nel corso di questi cinque mesi i post in italiano contenenti questi “hashtag” sono stati 55.000 generati da 15.200 account e hanno suscitato 42 milioni di interazioni sui social media. Il dato interessante è che nell’ultimo mese si è registrata una crescita di questi post del +45% rispetto al mese precedente. Un dato che segnala un incremento inedito che lascia ben sperare e che può essere frutto anche dell’azione combinata di diversi soggetti che hanno abbracciato la bandiera della trasparenza: autorità, associazioni, aziende del settore come Buzzoole.

Instagram piattaforma privilegiata per i post promozionali

Il luogo principale in cui vengono condivisi i messaggi promozionali è Instagram (solo negli Stati Uniti, stando a un report realizzato da eMarketer, l'influencer marketing genererebbe circa 570 milioni di dollari solo su Instagram). Qui, secondo l'analisi, è stato prodotto il 50% dei post totali contrassegnati dagli hashtag #ad e #adv. Segue Twitter con il 39% e Facebook con l’11% (quest’ultimo è sicuramente un dato sottostimato dato che il social è prevalentemente chiuso, dunque difficile da monitorare). Ma se si guarda all’engagement generato, dai post si scopre che il 98% di tutte le interazioni legate alle campagne analizzate avviene su Instagram. I settori nei quali si è riscontrato il maggior uso degli hashtag “ad” e “adv” sono l’abbigliamento (e scarpe) per il 35%, il beauty (cosmetici, profumi) per il 22%, accessori (gioielli e orologi) il 13% e Food & Beverage 12%.

I numeri degli influencer che hanno partecipato a campagne trasparenti

Gli influencer che hanno partecipato a campagne trasparenti e che hanno generato il maggior numero di interazioni sono stati: Cecilia Rodriguez che con 17 post nel periodo ha generato 1,4 milioni di interazioni, Paola Turani che con 37 post ha ottenuto 1,3 milioni di like e commenti, Beatrice Valli che con 23 post ha ricevuto 1,1 milioni di interazioni. Dentro la soglia del milione seguono Ludovica Pagani e Ludovica Bizzaglia. «Uno degli aspetti più importanti che, come Unione Nazionale Consumatori, abbiamo riscontrato è una nuova attenzione per la trasparenza da parte dell’influencer marketing ma ancora non basta, come dimostra la stessa analisi condotta da Buzzoole», dichiara Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. «Dal nostro osservatorio possiamo affermare che lo scenario è ancora in continua evoluzione: da un lato troviamo influencer più scrupolosi che utilizzano l’hashtag #ad, ma d’altro canto sono ancora molti coloro che trascurano questa regola. La strada per una totale trasparenza è ancora lunga e passa attraverso iniziative di monitoraggio utili per rafforzare la compliance alle nuove esigenze di rispetto dei consumatori». «La nostra esperienza ci insegna che la scelta del creator è fondamentale per riuscire a raggiungere il giusto target e, soprattutto, stimolare le interazioni con i consumatori. Nell’ottica di un approccio consulenziale, Buzzoole consiglia sempre di porre attenzione anche agli aspetti formali nella scelta del content creator, e quindi di privilegiare chi applica gli hashtag di trasparenza che il mercato richiede e che vanno a portare benefici a tutta la filiera», aggiunge Vincenzo Cosenza, Head of Marketing Italy di Buzzoole.

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