Anche il 2018 è stato un annus horribilis per la stampa italiana sul fronte pubblicitario.
A differenza degli altri media, dal digitale alla radio sino al cinema, tutti con ricavi commerciali in crescita, e in attesa di conoscere il consuntivo della televisione (che secondo diversi centri media sarà comunque leggermente positivo), quotidiani e periodici italiani hanno visto calare ancora una volta il loro business pubblicitario.
Il fatturato pubblicitario della stampa, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio Stampa Fcp, ha lasciato sul campo il 7% dei ricavi rispetto al 2017, passando da un giro d’affari di 939 milioni a 873 milioni di euro. Lo scorso anno il decremento era stato del 7,2%.
In particolare, i quotidiani hanno visto scendere il fatturato del 6,3% a quota 555 milioni di euro, nonostante siano aumentati gli spazi venduti dell’1% a prezzi evidentemente molto più bassi. Analizzano nel dettaglio le singole voci della pubblicità, la nazionale ha evidenziato un calo del 4,9% a fatturato con un incremento degli spazi venduti del 4,3%, la locale ha perso il 4,1% di ricavi (gli spazi sono aumentati invece dell’1,3%). Molto male la legale (-18,6% a fatturato e -13,7% a spazi), male la tipologia Classified (-5,4% a fatturato e -14,7% a spazi), mentre la finanziaria segna un decremento del 5,6% a fatturato e una crescita del 5,8% degli spazi venduti.
I periodici hanno registrato un decremento del fatturato dell’8,3% (317 milioni di euro) così come degli spazi (-4,2%). Il fatturato dei settimanali scende del 7% (gli spazi calano del 2,4%), quello dei mensili dell’8% (spazi in calo del 4,7 %), mentre le altre periodicità vedono diminuire i ricavi del 33,7% (-22% a spazi).