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19/12/2019
di Caterina Varpi

Inpgi e i comunicatori: le Associazioni chiedono la costituzione di un tavolo tecnico

Le Associazioni di settore hanno organizzato una conferenza stampa a Roma che ha fatto emergere la volontà di trasparenza, informazione e coinvolgimento su decisioni che riguardano le differenze tra la professione del giornalista e quelle dei comunicatori

Le Reti delle Associazioni dei comunicatori - che comprendono Cida, Confassociazioni, Ferpi, Una, Ascai, Com&Tec e Iaa, ovvero le associazioni più rappresentative del mercato - sono impegnate a fare chiarezza sull’operazione “salva-Inpgi”, che prevede che i conti dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti “Giovanni Amendola” saranno messi in sicurezza con l’allargamento della platea contributiva ai comunicatori (ne abbiamo parlato qui). Le Associazioni hanno organizzato oggi una conferenza stampa a Roma che ha fatto emergere con forza la volontà di trasparenza, informazione e coinvolgimento su decisioni che riguardano le differenze tra la professione del giornalista e quelle dei comunicatori, i contratti collettivi nazionali di lavoro consolidati nel tempo e il sistema previdenziale pubblico. "Il giornalismo e la comunicazione sono professioni profondamente diverse, per scopo e modalità di produzione. Unificare queste professioni a livello prima previdenziale nell’Inpgi e poi contrattuale, teorizzando un ipotetico contratto per giornalisti-comunicatori, è illogico e privo di fondamento sia sul piano professionale sia sul piano lavoristico-contrattuale": questo il punto di partenza dell'incontro, come riporta la nota stampa. Le Associazioni contrastano il disegno di legge che prevede l’ingresso nell’Inpgi dei comunicatori, in primo luogo perché tutto è stato fatto a insaputa dei diretti interessati e delle Associazioni che li rappresentano, in secondo luogo, perché non c’è nulla di chiaro. Secondo le Associazioni, non è stata fatta chiarezza su quali strumenti sarebbero messi in atto per individuare quei professionisti che svolgono attività pertinenti alla comunicazione con contratti di subordinazione afferenti ai Ccnl di settore e che cosa si prospetterebbe loro entrando nell'Inpgi. Le ricadute sul mercato sarebbero pesantissime, sia sul welfare sia sui livelli occupazionali. A detta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, dell’economista ed ex presidente dell’Inps Tito Boeri, del Consigliere economico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alberto Brambilla e di altri rappresentanti di istituzioni interessate, esperti e gruppi politici, allargare la base contributiva dell’Inpgi è un’idea sbagliata che avrebbe conseguenze negative non solo per gli interessati. Tutti hanno a cuore il futuro dei giornalisti e del loro ente previdenziale, che vanno tutelati, ma non a discapito dei comunicatori, riporta il comunicato. In chiusura della conferenza stampa congiunta, i rappresentanti delle Associazioni dei comunicatori hanno illustrato i loro obiettivi: fare chiarezza sulla fattibilità dell’operazione, ribadire una ferma opposizione a qualsiasi operazione legislativa di natura puramente contabile che punterebbe a privilegiare una categoria a dispetto di un’altra, esigere un Piano strategico di lungo periodo per salvaguardare le pensioni, non solo dei comunicatori, ma anche quelle dei giornalisti. Ecco perché è urgente che le Istituzioni costituiscano al più presto un Tavolo Tecnico per discutere – con tutti i soggetti coinvolti – del futuro dell’Informazione e della Comunicazione.

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