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22/02/2019
di Caterina Varpi

Flob guarda all’estero e punta sul digital advertising

L'e-commerce, che si rivolge a un target giovane e attento alle tendenze dell'home decor, punta a coinvolgere il pubblico con diverse attività su web e social

Nato nel 2016, Flob Srl, e-commerce dedicato alle piante, comunica di aver segnato nel 2018 un incremento di fatturato di oltre il 30% rispetto al 2017, una crescita complessiva di ordini intorno al +40%, un 50% in più di pacchi spediti e una fidelizzazione sempre maggiore dell’utente, con oltre il 35% in più di utenti registrati al portale. Flobflower.com si rivolge principalmente a trend-setter, consumatori appassionati di design e delle  nuove tendenze nel mondo dell’home decor oltre che attenti soprattutto a un processo di acquisto semplice, garantito e sicuro. Si tratta di un target molto più giovane e dinamico rispetto a quello del canale tradizionale, rappresentato in Italia da garden center e negozi. Per questo, per coinvolgere questo pubblico, il sito usa per lo più il digital e i social oltre all'adozione di un modello di business che guarda con grande attenzione alla selezione di piante in vendita, alla user experience, al customer care, alla logistica, al packaging e alla consegna garantita in 24/48 ore. La strategia iniziale è stata dunque quella di creare traffico sul sito per far conoscere l’azienda e fare test sul funnel d’acquisto. I canali principalmente utilizzati inizialmente sono stati Facebook e Instagram, con l’obiettivo primario di costituire una fan base di riferimento. Le prime campagne hanno avuto obiettivi di conversione e awareness del marchio Flob. Dopo qualche mese è stato avviato il retargeting. In seguito sono arrivate le campagne di Google Adwords, keywords e query, aggiungendo poi Google shopping e adv su Bing e Groupon. Il tutto con campagne targetizzate per età e geolocalizzate. La fidelizzazione successiva del cliente avviene con la newsletter. Inoltre, nel 2017 Flob ha partecipato a Guerrilla Gardeners come sponsor della trasmissione sempre nell’ottica di ampliare la visibilità del brand. Dal 2017 a oggi l’azienda ha sempre mantenuto vive le campagne digital per arrivare a nuovi target e raggiungere nuove Keyword. Ha attivi i canali social Facebook e Instagram, su cui crea engagement e conversioni grazie a campagne costanti anche di digital PR. Ha attivato una campagna di media relations per il coinvolgimento di blogger, giornalisti e testate online del mondo garden, home decor e lifestyle. Nel 2018 Flob si è attivato con campagne internazionali su Google e Facebook, che proseguiranno anche quest’anno. Al momento la struttura interna della startup garantisce creatività e attivazione delle campagne di digital advertising.

I risultati del 2018 e i progetti del 2019

In particolare, Black Friday e Natale dell’anno scorso hanno fattore registrare al sito elevati picchi di accessi al portale (segnando un + 360% complessivo nel 2018) e un conseguente aumento dei volumi di vendita di oltre il 50%. Un ruolo importante ha rivestito anche la vendita di bonsai mentre c’è stato un incremento di vendite all’estero, che rappresenta l’obiettivo di sviluppo del portale, spiega l’azienda. Il 2019 per Flob sarà l’anno dell’omnicanalità: oltre a ottimizzazione costante di sito e user experience, è prevista nei prossimi mesi l’apertura del primo temporary shop: prima città Milano, a cui seguiranno altre aperture. «La relazione con il nostro cliente è da sempre uno dei key point del progetto Flob. Per questo motivo nel 2018 abbiamo scelto di essere presenti con un nostro stand a due delle manifestazioni fieristiche più importanti nel mondo garden che hanno confermato quanto grande sia il desiderio dei clienti di sapere chi c’è dall’altra parte dello schermo – afferma Francesco Bovo, founder di Flob. – Vogliamo portare Flob a innovare, stupire, attrarre. Vogliamo offrire un segnale sempre più concreto di presenza: l’obiettivo per il 2019 è sperimentare quindi la nuova formula del temporary shop per andare incontro alle esigenze dei nostri clienti e alla nuova tendenza che vede una compenetrazione sempre più forte tra e-commerce e negozi tradizionali».

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