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19/07/2018
di Simone Freddi

WPP Italia prevede di chiudere il 2018 con ricavi a +8%. Nulla di fatto per Doing

Il gruppo guidato da Massimo Costa punta a sviluppare la propria attività in modo sempre più "trasversale" con team multidisciplinari dedicati ai singoli clienti. Nella primavera del 2019 il trasferimento nel Village

WPP Italia prevede di chiudere il 2018 con una crescita del fatturato dell’8%, prepara a partire dalla prossima primavera il trasferimento di tutte le sue società e i loro 2.300 talenti a Milano nel nuovo WPP Village e, coerentemente con una nuova immagine di gruppo maggiormente "integrato", lavora per promuovere un approccio sempre più organico nel servizio ai suoi clienti con team multidisciplinari dedicati capaci di superare le tradizionale divisioni tra agenzie. L'occasione per fare il punto sull'andamento di WPP in Italia è stato fornito da un media briefing organizzato dal top management della società negli uffici provvisoriamente occupati in corso Magenta, mentre si vanno ultimando i lavori del nuovo WPP Village: il nuovo Campus, che ospiterà tutte le 65 aziende di WPP in Italia, permetterà al gruppo di ottenere sinergia strategica, gestionale e finanziaria, per massimizzare l’efficienza e dare vita ad uno “stargate” dei servizi WPP a disposizione di tutti i clienti, ha spiegato Massimo Costa, Country Manager di WPP Italia. «Si tratta - ha detto il manager - di un investimento importante, che testimonia la fiducia di WPP nell'Italia, che resta uno dei 10 top market internazionali della holding, e nel potenziale del Paese in un momento in cui le multinazionali invece tendono ad abbandonarlo». Il nuovo WPP Village (sotto, un video che testimonia lo stato del lavori a meno di un anno dall'apertura) è un’operazione di riqualificazione industriale di circa 30.000 metri quadrati in area Navigli, nell’ex Complesso Industriale "Richard Ginori" con una delle attigue torri Richard: i lavori di recupero urbano e di sviluppo degli spazi sono firmati dallo studio di architettura britannico BDG, che ha curato lavori di tutti i Campus WPP già realizzati a New York e Shangai e in prossima apertura a Londra, Madrid ed Amsterdam. «Sarà un nuovo polo della creatività e della cultura per Milano, un’operazione di social impact per il rilancio di una periferia urbana e per la creazione di nuove opportunità di business a beneficio di tutta la città e del Sistema Paese», ha detto Costa, che ha sottolineato come WPP in Italia è una realtà fortemente radicata sul territorio, dando lavoro a 2.500 persone (anche a Roma, dove lavorano per WPP circa 200 persone, il gruppo sta preparando il trasferimento in una sede unica) , in prevalenza giovani, impiegati in 65 aziende, la metà delle quali guidate da amministratori delegati donna. Inoltre, il 70% dei 1.200 clienti di Wpp in Italia è composto da aziende italiane. https://youtu.be/RJ8s_XtCjyI Per quanto riguarda l'andamento del business, in un anno che, secondo WPP, si dovrebbe chiudere con una crescita del 2% degli investimenti pubblicitari, il business della società si conferma solido, sopra i 400 milioni di fatturato organico come ha detto Marco Bonanni, Cfo di WPP Italia, che ha aggiunto: «le nostre proiezioni ci permettono di formulare una previsione di crescita dei ricavi in Italia del’8%». Bonanni non ha fornito ulteriori indicazioni su quali siano le singole aree di business che stanno performando meglio, tra le diverse discipline coperte che vanno dalla creatività alle pr, dal digital alle ricerche, dal branding alla gestione degli investimenti media. Anche perché, ha spiegato il manager, con un numero crescente di clienti vengono siglati contratti "trasversali" in cui team dedicati di WPP seguono il cliente attraverso varie discipline. «Al momento si tratta di 7 clienti, tra cui Campari e Lottomatica, ma su questo fronte abbiamo in seno una serie di "pipeline" che saranno rese note a settembre», ha detto Bonanni. «Negli ultimi 10 anni - ha aggiunto Massimo Beduschi, Ceo e Chairman di GroupM nonché Coo di WPP Italia, il mercato pubblicitario è passato da un valore di 10 miliardi di euro a 8 miliardi, dei quali 2 sono di Google e Facebook. Quindi, di fatto il mercato ha perso il 40%, mentre negli stessi anni il giro d'affari di WPP Italia è cresciuto del 30%: dati che dimostrano la nostra solidità e la capacità di adeguarci ai cambiamenti del mercato». Cambiamenti che, come detto, in questo momento sembrano richiedere soprattutto flessibilità e multidisciplinarità, motivo per cui con il trasferimento nel WPP Village potranno esserci ulteriori "ottimizzazioni" nella galassia di 65 società che WPP ha in Italia, ha detto Costa. «L'idea è quella di ragionare più per funzioni, che per sigle», ha precisato Country Manager, che ha confermato come la società sia sempre vigile rispetto a opportunità di crescita per linee esterne, ma che si è conclusa senza nulla di fatto la lunga trattativa finalizzata a un'acquisizione o a un ingresso nel capitale della digital company italiana Doing. «Abbiamo fatto scelte diverse», ha detto Costa, che ha anche seccamente smentito la notizia, trapelata negli scorsi giorni, che sia in corso una collaborazione operativa con Doing sul cliente FCA. E a proposito di smentite, il country manager di WPP ha anche negato di aver dato disponibilità al Presidente di Assocom Emanuele Nenna a partecipare, con GroupM, al tavolo di lavoro lanciato dall'associazione sul tema delle gare media. «Non credo molto nel lavoro associativo, e non sento Nenna da due anni», il secco commento di Costa.

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