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03/12/2015
di engage

Nuovo business model per Publicis Groupe: la holding si riorganizza in 4 solutions hub

Una ristrutturazione volta a mettere al centro i clienti ma soprattutto a coordinare in maniera più efficiente il gran numero di agenzie del Gruppo

Dopo lunghe discussioni, cominciate a quanto recita la nota ufficiale già la scorsa primavera, Publicis Groupe ha annunciato di avere deciso di rinnovare il proprio business model. Una riorganizzazione che arriva dopo diversi anni di risultati finanziari non pienamente soddisfacenti (da ultimo quelli del Q3), e che è volta a mettere al centro i clienti ma soprattutto a coordinare in maniera più efficiente il gran numero di agenzie del Gruppo. Il colosso francese guidato da Maurice Lévy, infatti, negli ultimi anni ha fatto sue numerose sigle più o meno piccole (celebre l'acquisizione alla fine dello scorso anno del gruppo americano di comunicazione digitale Sapient, per 3,7 miliardi di dollari, che tra l'altro ha dato vita a una riorganizzazione delle attività digitali in seno alla holding), e proprio recentemente ha annunciato il lancio di un venture capital europeo che investirà in start up per lo più del settore tecnologico e digitale. Una costellazione di property, dunque, particolarmente vasta che va dalle agenzie creative a quelle media, da quelle di branding a quelle di comunicazione digitale nei suoi vari aspetti, dalle piattaforme di ad-tech alle start up incubate di robotica e cloud, capace di offrire potenzialmente un servizio di comunicazione completo a ogni singolo cliente. E qui si inserisce la riorganizzazione, raccontata anche in un video pubblicato su YouTube dallo stesso Maurice Lévy, chief executive della sigla, che ha dichiarato: «Abbiamo deciso di eliminare i silos, controproducenti nel servire al meglio i nostri clienti». Perchè in effetti, avere un'organizzazione divisa per strutture, e dunque per rigidi silos, rallenta la sinergia tra le sigle stesse e di conseguenza rende più difficile offrire un servizio completo alle aziende che, invece, proprio approcci più "consulenziali" e a tutto tondo richiedono. Le attuali strutture, i silos, costruiti intorno al concetto di worldwide network, verranno dunque eliminati, in modo da mettere a disposizione dei clienti tutte le conoscenze e le capacità del Gruppo in modo flessibile.

Le discipline della holding verranno declinate in quattro solutions hub a disposizione dei chief client officer. Queste figure professionali saranno responsabili dell’intera range di strumenti e skill di cui il cliente potrà beneficiare, selezionabili dai vari hub. Se possibile, il team dedicato a un determinato progetto lavorerà sotto lo stesso tetto, a garanzia di una sinergia completa tra forze provenienti da diverse strutture. Il groupe chief revenue officer sarà, invece, chiamato a supervisionare il team di chief client officer. Questo ruolo è stato assegnato a Laura Desmond, che sarà anche responsabile della crescita del Gruppo. Publicis Communications è affidata al ceo Arthur Sadoun, a capo ora di Publicis Worldwide e alla guida anche di MslGroup, uno dei candidati alla successione di Lévy alla guida del Gruppo (leggi l'articolo dedicato). Il ceo ha annunciato il suo ritiro per il 2017 e ci sono diversi nomi in merito al suo erede, tra cui ci sarebbe anche quello di John Wren, chief executive di Omnicom. Questo hub comprenderà tutti i network creativi: Publicis Worldwide, MSL, Nurun, Saatchi & Saatchi, Leo Burnett, BBH, Marcel e la cdp Prodigious. Steve King sarà il ceo di Publicis Media, che riunirà Starcom Mediavest, ZenithOptimedia, Vivaki, Performics, MRY, Moxie e tutte le realtà associate. Publicis.Sapient, dedicata al digital, sarà guidata dal ceo Halan Herrick. Includerà Sapient Consulting, SapientNitro, DigitasLBi, Razorfish e tutte le realtà associate. Infine, Publicis Healthcare è affidata al ceo Nick Colucci, che integrerà tutte le soluzioni Health e Pharma.
Il tutto preservando, naturalmente, le caratteristiche dei singoli brand. Nell'ambito della riorganizzazione, infatti, non ci saranno fusioni tra agenzie, e ciascuna di esse manterrà la propria identità. Come si può notare, a cambiare non è soltanto l'organizzazione della struttura del gruppo per agenzie, ma anche la gerarchia delle responsabilità. Ad esempio, agenzie come Saatchi & Saatchi e Leo Burnett non riporteranno più direttamente a Lévy, ma ad Arthur Sadoun. Di fatto, dunque, maggior potere rispetto a prima verrà dato a figure come quella di Sadoun, e questo quando mancano due anni al pensionamento del settantatreenne chief executive del gruppo Il Gruppo Publicis genera oltre il 90% delle sue revenue in 20 mercati. I Paesi dove il business invece è di minore impatto verranno gestiti da Publicis ONE, guidata dal ceo Jarek Ziebinski. Qui tutte le entità saranno riunite sotto un unico ombrello e un unico management team, in ottica di assicurare un miglior coordinamento dei servizi offerti, ma rispettando la privacy dei clienti.
La riorganizzazione del gruppo sarà attiva da gennaio 2016.

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