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03/08/2020
di Cosimo Vestito

Marketing Arena: dalla Corporate University al Talent Program. Le persone al centro del progetto

Intervista all'Amministratore Delegato Giorgio Soffiato: «Fatturato vicino ai 2 milioni di euro nel 2020»

Essere e rimanere un'agenzia indipendente, nel 2020 e nel mondo del marketing digitale, potrebbe portare un rischio boomerang non da poco. In Marketing Arena, però, anche in un anno complicato la scelta è stata quella di rilanciare un progetto "da family a company" senza impattare sulle fondamenta dell'assetto societario. I motivi sono tanti, perciò abbiamo chiesto al fondatore della realtà, Giorgio Soffiato, quali sono le basi dello sviluppo futuro.

Cos’è oggi Marketing Arena?

«Potremmo definirla "una bestia strana". Il gruppo di lavoro ha passato abbondantemente le 30 persone, ma abbiamo fatto un percorso di lavoro sulla qualità che ci porta a impiegare molte più persone senior di un tempo. La vera sfida è quella di veder riconosciuto il nostro valore sul mercato e pagare bene le persone: crediamo sia la ricetta del risultato finale sul cliente. A livello di competenze siamo ormai una "consulting" a tutto tondo, con la componente di analisi e business planning che non prescinde mai dal prodotto. Un prodotto che si sostanzia in gran parte nei servizi di marketing (performance, lead generation, e content) e nella componente di sviluppo web e campagne creative, che spesso si fondono in progetti di user experience e design corporate molto importanti (sistemi di identità digitale complessi che ruotano attorno a quelli che una volta chiamavamo semplicemente siti web)».

Come riuscite a sviluppare un servizio di alto livello rispetto ad una concorrenza sempre più specialistica e presente sul mercato?

«Non è facile. Il nostro fatturato sfiorerà nel 2020 i 2 milioni di euro e per il triennio 2021-2023 abbiamo un piano di crescita importante, anche se sempre senza strappi, come nostro stile. La managerializzazione dell'azienda è sicuramente una componente che ha aiutato, ma tutti i manager sono stati cresciuti in casa. Unica eccezione un "rodigino" DOC, rientrato in Italia come componente chiave del gruppo, con le deleghe a HR e Finance che ha coperto in toto. Questo mi ha permesso di seguire di più i progetti strategici con tutto il gruppo della client experience e la parte di prodotto con il supporto delle prime linee. Cerchiamo l'innovazione nella consulenza rimanendo laici rispetto alle tecnologie, è ovviamente una sfida sempre più complessa ma siamo estremamente fiduciosi. Iniziative di esplorazione di segmenti industriali verticali (B2B Day, Tell Me Wine) e contaminazione culturale (il magazine Krang) si sono fuse con scelte controcorrente come quella di costruire in casa un sistema di controllo di gestione totalmente basato sull'ottimizzazione dei carichi di lavoro e della qualità dei progetti. Ovvia conseguenza di un meccanismo oliato è stato lo smart working, oggi a pieno regime in azienda».

Quali sono i prossimi passi?

«Il progetto che presenteremo all'incontro aziendale estivo (un po' più parco per via dei recenti accadimenti) è totalmente basato sulle persone. Nel nostro settore la formazione è tutto. Per questo, in collaborazione con il professore Giulio Buciuni del prestigioso Trinity College di Dublino, avvieremo la Corporate Academy: una decina di lezioni nel corso dei prossimi mesi, tutte rigorosamente tenute nella nostra sede di Rovigo. Buciuni, fungerà da advisor del programma, con docenze che vedranno protagonisti personalità di spicco dell'università italiana e del mondo dell'impresa. Ne potrà fruire tutto il personale. Per completare il quadro, ognuno dei nostri manager avrà a disposizione un budget per interventi formativi mirati alle necessità professionali individuali delle persone. L'obiettivo è chiaro: avere un team di altissimo livello per giocare partite sempre più sfidanti e complesse.

Non è tutto. Anche in un anno complicato come questo, faremo il possibile per proseguire una buona abitudine già in essere da tempo: il premio di fine anno, sempre più puntuale ed “a risposta diretta” rispetto alle performance delle persone. Sappiamo di essere fra i pochi a poter considerare l'eventualità di un utile nell'anno del Covid, e siamo consapevoli che ciò è possibile grazie al lavoro formidabile dei nostri ragazzi. Per questo, se ci saranno le condizioni, divideremo questo privilegio con ognuno di loro. Una responsabilità, quella di dare il 110%, che tutti si sono caricati sulle spalle».

Come vedi il futuro dell'ecosistema digitale?

«Penso che le piattaforme come Salesforce e Hubspot, solo per dirne alcune, faranno da padroni; questo però porta ad emergere nuovi servizi sui quali abbiamo messo la testa: dalla formazione all’ottimizzazione dei progetti esistenti. Onestamente non mi aspettavo un ritorno cosi forte di competenze come SEO e Mail Marketing, che non muoiono mai. Partita a parte per l'ecommerce, si tratta di un cambio di mentalità che crescerà semplicemente perché si instillerà di più nelle abitudini degli italiani. La strada insomma sembra piuttosto spianata».

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